Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Chiusa l’edizione dei record 92mila tra i tesori nascosti

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 maggio 2013

 MONUMENTI APERTI

 

TUTTI IN CODA Il sito più visitato è stato il parco di Tuvixeddu, seguito dai sotterranei dell’ospedale civile. L’assessore Puggioni: «È la strada giusta: in arrivo tanti altri appuntamenti culturali»

Più di 92mila persone. L’edizione numero diciassette di Monumenti aperti ha battuto ogni record con 58 siti presi d’assalto. E in attesa della prossima edizione, il Comune ha già in mente altri eventi culturali sparsi per la città. L’affluenza di questi due giorni è un motivo in più, forse quello decisivo, per partire con una lunga stagione all’insegna di arte e cultura. Per la sete di conoscenza dei cagliaritani e per una degna accoglienza ai turisti. «Abbiamo già in mente molte sorprese per i mesi a venire, tanti altri appuntamenti all’insegna del coinvolgimento attivo della cittadinanza». Eventi spalmati nel tempo quelli promessi dall’assessore comunale alla Cultura, Enrica Puggioni. «Non è detto che si chiamino Monumenti aperti. L’idea è portare avanti un concetto che ci sta molto a cuore, quello della cittadinanza culturale. A Tuvixeddu manca solo il collaudo e sarà possibile aprire il primo lotto del parco. Stiamo pensando a un piano di gestione, dialogando col Mibac e la sovrintendenza ai Beni archeologici - spiega - sull’Anfiteatro romano abbiamo stanziato i soldi per finire lo smontaggio. Un’azione delicata, è un’area archeologica. Già vedendolo dall’alto si ha un ottimo colpo d’occhio, la legnaia lo soffocava, stiamo andando avanti per restituirlo ai cittadini». Soprattutto ieri, il movimento non è mancato: Castello senza auto è stato preso d’assalto.

IL RECORD A TUVIXEDDU Il primo posto va a Tuvixeddu, oltre quattromila persone hanno varcato la soglia del colle diventato famoso anche per le cronache giudiziarie. 3.280 sono invece gli accessi registrati nei sotterranei del San Giovanni di Dio, e non è mai scomparsa la coda davanti all’ingresso del museo Archeologico nazionale, 3792 curiosi, registro delle firme alla mano. Il futuro dell’Anfiteatro romano vede spettacoli con platee ben più ristrette rispetto al passato, ma soprattutto cultura: le 2.500 persone che hanno deciso di visitarlo - tanti i turisti - si sono potute fare un’idea sull’avanzamento dei lavori. In 2.200 non si sono fatti mancare la prima visita in assoluto alla Legione dei carabinieri, i più salutisti hanno fatto anche i due percorsi a piedi a Villanova (786 per il Trantapiedi) e Castello (353). Tra i ventidue monumenti aperti, ma slegati dal tema dei bombardamenti, affluenza record nei siti aperti dall’Università: la Cittadella universitaria ha contato 7.500 visite e le torri dell’Elefante e di San Pancrazio sono state scalate da oltre 6.200 persone. Più di duecento bambini hanno potuto godere del mix tra cultura e divertimento del laboratorio “Segni di bombe, Sogno di città” al Ghetto. I numeri mai ottenuti in diciassette anni fanno tirare un sospiro di sollievo a Fabrizio Frongia, presidente di Imago Mundi, che non nasconde i progetti per il futuro più immediato: «Un percorso didattico con le scuole, ognuna adotterà un monumento e così facendo potremo avere un weekend al mese nel quale una chiesa o un percorso culturale di un quartiere verranno curati dall’associazione o dall’istituto scolastico di turno». «Il successo numerico di quest’anno - spiega Frongia - è legato a due aspetti. L’aver aperto tutti i monumenti dalla mattina del sabato, ha portato tanti cittadini a uscire di casa da prima, e bisogna tenere conto che i siti aperti erano di meno. E il tema di fondo, l’anniversario del ricordo delle bombe, utile anche per far preparare meglio i ragazzi delle scuole che hanno fatto da guida». Paolo Rapeanu

LE PECCHE Discarica Tuvixeddu carcasse d’auto e frigo

Per contrasto Monumenti aperti mette in risalto anche le pecche monumentali. Tuvixeddu, pomeriggio, colle e visitatori fanno i conti col maestrale che soffia a ottanta orari. Quello che dovrebbe essere un parco, la cui apertura è data per imminente da anni, è attraversato da un battuto di cemento che sa poco di archeologia e molto di ingresso di garage di una casa di un qualunque paese della Sardegna con blocchetti a vista (per stare in tema di costruzioni). Il percorso, con la colonna sonora dei ragazzini che con precisione spaventosa raccontano la storia del sito, parte da via Falzarego e attraversa il versante del colle che domina il territorio squarciato dalla cava: le tombe sono inaccessibili. Si vedono, più o meno, solo a sporgersi dalle inferriate che delimitano tutta l’area degli scavi. Poco più su si arriva a quello che dovrebbe essere il cuore pulsante del parco: il centro che domina tutto il lato occidentale. Una struttura chiusa, con una ruspetta parcheggiata accanto. Un cancello impedisce l’accesso all’area industriale abbandonata di via Is Maglias. Lì accanto, ma non si vedono perché coperti dagli alberi, ci sono gli unici palazzi che la Nuova Iniziative Coimpresa di Gualtiero Cualbu è riuscita a mettere su primo dello stop imposto dalla giunta di Renato Soru. Un altro sbarramento impedisce l’accesso all’area dominata da Villa Mulas. L’in - gresso dovrebbe essere consentito solo grazie alle guide, ma basta svitare un bullone e la parte più alta del colle diventa accessibile. I volontari spiegano, seguendo il sentiero. L’AUTO ABBANDONATA Ma spostandosi di qualche metro ecco le brutte sorprese. La villa, si sa, è stata distrutta da un incendio nel suo periodo di lungo abbandono. A terra ci sono ancora i libri contabili della cava, i faldoni con le fatture fino ai primi anni Cinquanta. Nonostante le continue segnalazioni, nessuno si è mai preso la briga di raccoglierli e conservarli. All’esterno restano i segni del vecchio uso che tanti cagliaritani hanno fatto di Tuvixeddu: una discarica. Tra le piante c’è la carcassa di un’auto (sembra una Simca) abbandonata, circondata da una decina tra lavatrici e vecchi frigoriferi. È ovvio, come in ogni discarica che si rispetti, ci sono anche i copertoni di auto e le bottiglie di birra, rigorosamente Ichnusa. Non una: decine. In mezzo alle sterpaglie comunque si può stare anche comodi: le sedie in plastica non mancano. L’ASCENSORE BLOCCATO Altra location, stesse perplessità. Due settimane fa in nove sono stati salvati dai vigili del fuoco dopo essere rimasti bloccati all’interno dell’ascensore di Castello di fronte a piazza Marghinotti. Il Comune ha stracciato il contratto con la ditta di manutenzioni. Risultato: è ancora bloccato, proprio perché in manutenzione. Che, a fidarsi del cartello, sarà conclusa nel più breve tempo possibile. Intanto si fa la fila nell’altro ascensore. Per venti minuti. E. F.