Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Carovita, più colpiti i poveri

Fonte: L'Unione Sarda
13 maggio 2013

Rincari del 20% sulle famiglie che spendono meno
A rimetterci sono sempre le famiglie più povere, anche quando si tratta di prezzi. L'inflazione negli ultimi sette anni ha colpito soprattutto le tasche più leggere, riversandosi su capitoli di spesa obbligati, di cui non si può fare a meno per sopravvivere, dagli alimentari alle bollette. Ecco che tra il 2005 e il 2012 gli aumenti più forti hanno riguardato proprio chi può contare su budget più ridotti, con un'impennata dei prezzi pari ad oltre il 20%. È, invece, andata molto meglio ai più ricchi: per loro la crescita si è fermata poco sopra il 16%. A certificarlo è l'Istat, che dà così avvio a una nuova rilevazione, mettendo a punto indici “satelliti” rispetto al tasso d'inflazione ufficiale. L'obiettivo è sondare gli effetti dei rincari sulle famiglie, distinte in base ai loro livelli di consumo.
I DATI Il risultato dell'indagine dell'Istat è chiaro: negli ultimi anni i rincari hanno interessato proprio le voci di spesa che assorbono gran parte dei bilanci familiari dei nuclei economicamente più deboli. Insomma piove sul bagnato. Nel dettaglio, l'Istituto nazionale di statistica ha preso in considerazione l'indice dei prezzi armonizzato per i Paesi dell'Unione europea (Ipca) e ha poi suddiviso la popolazione italiana in cinque gruppi, dalle famiglie con esborsi minori, definite dall'Istat stesso come «verosimilmente meno abbienti», a quelle che possono permettersi di tirare fuori quanto vogliono per soddisfare i loro desideri, in altre parole le famiglie più ricche. Ora se i più poveri hanno sperimento una crescita dei prezzi pari al 20,2% i più facoltosi hanno potuto contare su uno “sconto” di 3,9 punti percentuali: per loro l'aumento è stato “solo” del 16,3% (a fronte di una media del +17,5%). Il divario a sfavore di coloro che già vanno avanti a fatica è dovuto al peso dei rincari di alimentari ed energia, doppio rispetto a quello sopportato dai più benestanti. I panieri Istat sono gli stessi per tutti i gruppi di famiglie, i prodotti non cambiano, ma varia l'impatto delle singole voci sui bilanci. Le spese per alimentari, gas, luce, benzina, affitto della casa si fanno sentire soprattutto sui meno abbienti.
CONSUMI Mentre chi ha più soldi diversifica gli acquisti, dedicando una fetta più ridotta alle voci obbligate e il resto al superfluo, come cene, vacanze, abbigliamento, hi-tech. Le differenze restano: nei primi tre mesi 2013, su base annua, per i meno danarosi l'aumento è stato del 2,5%, contro il +1,8% per i più facoltosi. I dati dell'Istat allarmano i consumatori, con il Codacons che invita a rivalutare gli stipendi e le pensioni al reale costo della vita. Coldiretti e Cia ricordano come nell'ultimo anno siano aumentati del 9% gli italiani costretti a rivolgersi agli enti caritativi per un pasto gratuito o un pacco alimentare.