Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il mercato nero dei liquami

Fonte: L'Unione Sarda
13 maggio 2013


ABBANOA. Autospurgo non autorizzati e scarichi abusivi: irregolari 9 imprese su 10
 

I costi dell'illegalità diffusa gravano sulle bollette di tutti
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Producono e inquinano. Incuranti del fatto che il danno che provocano è ambientale ma soprattutto economico. Perché il costo di cui loro non si fanno carico si ripercuote sulle bollette di tutti.
Ecco perché è un problema il fatto che il 90 per cento degli scarichi provenienti dalle attività produttive sia abusivo. Il dato emerge dai controlli effettuati da Abbanoa sulle utenze non domestiche. Si tratta di stabilimenti industriali (industrie chimiche, meccaniche, alimentari), alberghi, ristoranti, lavanderie a secco, autofficine, cliniche mediche, stazioni di servizio. Ma anche caseifici, oleifici, mattatoi e cantine vinicole che con i loro scarichi incontrollati compromettono il funzionamento degli impianti di depurazione. Che devono essere riparati con costi che vengono caricati sui consumi.
NOVE SU DIECI IRREGOLARI A Cagliari sono stati censiti 464 scarichi di attività produttive. Il 90% dei quali non sono in regola perché non risulta abbiano ottenuto l'autorizzazione dal Comune, che può rilasciarla solo dietro parere favorevole del gestore idrico. Non è un caso che le 194 ispezioni effettuate negli ultimi due anni abbiano confermato l'altissimo numero di irregolarità. «Abbiamo dato un ampissimo periodo per mettersi in regola», spiega il direttore generale di Abbanoa Sandro Murtas: «a oltre 200 attività abbiamo nuovamente inviato i solleciti mentre in 48 casi è già scattata la denuncia. Lo scarico non autorizzato di reflui non domestici», aggiunge, «costituisce un illecito penale: gli utenti che omettono di regolarizzare la propria posizione in tempi congrui vengono segnalati, oltre che a Comuni e Province, anche all'autorità giudiziaria per i provvedimenti del caso».
LIQUAMI, IL MERCATO NERO Nella stessa partita rientra la regolarizzazione degli autospurgo. Su 58 mezzi privati che risultano attivi in Sardegna, soltanto 42 hanno l'autorizzazione a conferire nei depuratori di Abbanoa. Gli impianti abilitati a questo tipo di servizio sono 9 e il principale è il depuratore consortile di Is Arenas, il più grande dell'Isola. Nel 2012 sono stati registrati 1492 conferimenti di autospurgo: 13.350 metri cubi di liquami.
Quando l'anno scorso sono stati intensificati i controlli da parte di Abbanoa, a luglio si era verificato un grave episodio d'intimidazione: un autospurgo e un'autobotte della società erano stati incendiati nel deposito di via Is Cornalias con un danno di circa mezzo milione di euro. Sulla vicenda ha aperto un inchiesta la magistratura.
I liquami delle attività produttive sono rifiuti speciali e quindi, se trasportati tramite autospurghi, devono essere monitorati dal conferimento nelle imprese allo smaltimento nei depuratori. I conti, però, non tornano. Ciò vuol dire che una parte di liquami, potenzialmente più inquinanti di quelli domestici, vengono smaltiti in maniera illecita: scaricati abusivamente in tombini della rete urbana o dispersi nell'ambiente.
LA TRUFFA DEL SIRTI Su questo fronte avrebbe dovuto svolgere un altissima azione di contrasto il Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità elettronica dei rifiuti (a cui i liquami sono equiparati) creato dal ministero dell'Ambiente. Un sistema che avrebbe dovuto persino monitorare gli spostamenti dei mezzi via satellite. Istituito nel 2009, non è mai entrato in funzione. La ragione si è scoperta nelle scorse settimane quando sono state arrestate diverse persone nell'ambito di un'inchiesta a livello nazionale sugli appalti e le consulenze legati al progetto.
Fabio Manca