a perizia
Alcuni giorni fa in un albergo cagliaritano alcuni ingegneri discutevano del Sant'Elia. Mario Marongiu, il professionista incaricato dal Cagliari calcio di stilare la perizia per l'accertamento tecnico preventivo richiesto dalla società per stabilire in quale stato si trova lo stadio, parlava delle condizioni del cemento armato. Secondo quanto riferisce un testimone, Antonello Gregorini dell'ufficio studi dei Riformatori sardi, il professionista avrebbe sostenuto che l'ammaloramento del secondo anello dell'impianto aveva ormai raggiunto livelli «irrecuperabili». Non una novità assoluta, visto che il Comune era già intervenuto alcuni anni fa sul cemento della curva sud spendendo poco più di due milioni di euro, ma una notizia interessante perché secondo l'ingegnere tutto il secondo anello avrebbe serissimi problemi strutturali. Le cause - ha spiegato ai colleghi - sono a monte. Innanzitutto, secondo il tecnico, le strutture che sarebbero dovute essere realizzate in stabilimento sono state costruite sul posto. Inoltre sono state realizzate con un'armatura lenta e non pre-tesa con copriferro da mezzo centimetro e non da cinque, come oggi sarebbe indicato per una struttura costruita vicino al mare e dunque soggetta all'aggressione della salsedine. Dunque, è stata la conclusione, se si volesse utilizzare il secondo anello bisognerebbe sostituire tutto l'impalcato.
Non è detto che gli altri periti - Pietro Floris per il tribunale e Mario Mossa per il Comune - siano dello stesso avviso. Certo è che la relazione è stata depositata e che sarà resa nota nei prossimi giorni.