L’ALTRA CAUSA
Lo stop dei lavori a Tuvixeddu non costa caro solo per i danni da versare a Coimpresa. Ci sono anche quelli che la Safab (ex Gecopre) chiede per la strada mai finita di Tuvumannu. Con il parco archeologico e le costruzioni, nel progetto generale era compreso l’asse viario che avrebbe dovuto collegare via Cadello con via San Paolo. Ora sulle casse del Comune pende una richiesta di risarcimento di 13 milioni di euro, che palazzo Bacaredda potrebbe poi chiedere alla Regione. L’allora Gecopre aveva sventrato il colle di Tuvumannu, già deturpato dalle cave, per costruire uno stradone con galleria sotterranea che avrebbe dovuto raggiungere via Is Maglias, lì sarebbe dovuto sparire di nuovo nel sottosuolo per poi sbucare nel canyon di Tuvixeddu e raggiungere l’altra sponda della città abbattendo un’ala del Siotto. Tanti i problemi riscontrati per ognuno di questi passaggi, poi col blocco totale degli interventi sul colle è rimasta solo una colossale incompiuta che si affaccia su via Castelli. Il Comune aveva deciso di far portare a termine almeno il primo lotto e far arrivare la strada fantasma almeno fino a via Is Maglias. Ma tutto è rimasto fermo, il cantiere è abbandonato e la Safab (che aveva acquisito la Gecopre) ha subito un contraccolpo devastante. Che si aggiunge ai problemi che ha avuto non solo in giro per l’Italia ma anche a pochi chilometri da lì, con l’inchiesta della Procura sui lavori per la nuova 554. Ma il flop di Tuvixeddu ha portato la Safab alla richiesta di un maxi-risarcimento al Comune di quasi 13 milioni di euro che, se rapportati alla richiesta anni di Coimpresa sembrano pochi, sarebbero una mazzata pesante per il Comune di Cagliari.