La relazione di minoranza dell'arbitro nominato dalla Regione
Olla: non era un progetto di riqualificazione urbana
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Il controlodo. Potrebbe essere definita così la lunga e dettagliatissima relazione di minoranza in cui l'ex magistrato di Cassazione Giovanni Olla, rappresentante della Regione nell'arbitrato su Tuvixeddu, smonta punto per punto la decisione dei propri colleghi, criticando in particolare la ricostruzione storica della vicenda. Il progetto della Coimpresa, per Olla, altro non era che una speculazione edilizia e non un piano di riqualificazione dell'area di Tuvixeddu. Inoltre, sostiene, il Comune diede il via libera agli insediamenti perché non aveva i soldi per risolvere i problemi di viabilità nella zona. Un do ut des, insomma. Ma soprattutto - al contrario di quanto concluso dagli altri due arbitri - la firma sull'accordo di programma del 2000 da parte della Regione è «radicalmente priva di una qualunque valenza giuridica» ed «è escluso che la Ras abbia assunto alcuna obbligazione diretta o indiretta nei confronti della società, e addirittura che abbia posto in essere un qualsivoglia rapporto giuridico con quel soggetto». Dunque la partecipazione della Regione «è avvenuta con esclusivo riferimento ai propri rapporti istituzionali col Comune di Cagliari». Dal che discende che tutti i vincoli paesaggistici apposti successivamente non sono solo legittimi ma anche doverosi. L'unico punto di contatto col lodo è il riconoscimento dell'illegittimità dell'ordine di sospensione impartito il 9 agosto 2006, annullato dal Consiglio di Stato nel 2008. Ma il risarcimento dovuto per il fermo del cantiere è di venti volte inferiore a quanto stabilito dagli altri arbitri. E cioè 3 milioni e 650mila euro, tutto compreso. ( m. le. )