Dura replica dell’ex governatore alle accuse lanciate da Ugo Cappellacci. «È in campagna elettorale, non si pagherà un euro dei 70 milioni d’indennizzo»
ppr
di Mauro Lissia
CAGLIARI. L’ufficio legale della Regione si prepara a ricorrere contro il lodo arbitrale che ha condannato l’amministrazione a pagare quasi 77 milioni di euro a Nuova Iniziative Coimpresa per i ritardi accumulati nella realizzazione del progetto immobiliare su Tuvixeddu e Tuvumannu. Il lodo, che non è stato ancora notificato formalmente alle parti, sarà presto acquisito dalla Procura della Repubblica che indaga sulla consulenza elaborata dalla Deloitte spa. Ma nel frattempo il confronto-scontro si è spostato sul piano politico, alimentato dal governatore Ugo Cappellacci che ha scaricato sul predecessore Renato Soru la responsabilità dell’esito, per ora negativo, della controversia malgrado proprio il collegio arbitrale l’abbia estesa ai primi quattro anni dell’amministrazione attuale. La replica di Soru è durissima: «Avendo ufficialmente cominciato la sua campagna elettorale, Cappellacci non si fa scrupolo di mistificare la realtà e continuare a imbrogliare i sardi. In questi ultimi anni - spiega l’ex governatore - diverse sentenze del Tar e del Consiglio di Stato hanno definitivamente confermato la validità dei vincoli imposti dal piano paesaggistico regionale sul colle e la conseguente cancellazione di ogni possibilità edificatoria. Il giudice naturale ha definitivamente cancellato i progetti senza che niente possa essere preteso da privati. Ma Cappellacci, pur di strumentalizzare nel proprio personale interesse elettorale un lodo come si vedrà sconcertante, sconfessa disinvoltamente se stesso e l’amministrazione che rappresenta che correttamente, con i propri uffici legali interni, ha sempre affermato nel corso del giudizio arbitrale e nei propri scritti difensivi, la piena condivisibilità delle pronunce dei giudici amministrativi di primo e di secondo grado e l’assoluta inesistenza di alcuna ragione di danno in capo all’imprenditore privato. Amministrazione che certamente - prosegue Soru - ancora una volta in contrasto con le opinioni propagandistiche del suo presidente, si appresta ad impugnare davanti al giudice ordinario la decisione del collegio di arbitri privati per far accertare la piena legittimità del suo pregresso operato. Nel frattempo, anche una denuncia temeraria alla procura di Cagliari con cui si asseriva con accanimento la presenza di dolo ai danni del privato, è stata archiviata, nell’imbarazzo di intercettazioni telefoniche a suo tempo pubblicate. Cappellacci - insiste Soru - denuncia che per colpa mia la Sardegna perderà 70 milioni di euro, la verità è che neanche un euro verrà speso per questo mentre, già oggi, possiamo quantificate in oltre cinquemila milioni di euro il costo concreto, per i sardi, dei primi quattro anni dell’amministrazione Cappellacci».
In serata la controreplica di Cappellacci: «Quando afferma che il sottoscritto è in campagna elettorale e per giunta vede se stesso come avversario, l’onorevole Soru rivive quella del 2009 di cui ancora oggi evidentemente fatica ad accettare il risultato. Il sottoscritto - prosegue Cappellacci - ha semplicemente affermato la cosa più normale di questo mondo: certi atti sono soggetti al controllo della Corte dei Conti. Probabilmente è questo che rende nervoso il mio predecessore. Se la questione fosse chiara come egli afferma, non avrebbe alcuna ragione di perdere il self control e di tentare quella che appare una fuga dalle proprie responsabilità politiche. I danni della logica del muro contro muro, della mancanza di dialogo e dell’integralismo ipocrita, visti durante la precedente stagione politica, sono di fronte agli occhi di tutti: un parco chiuso e un contenzioso con cifre da capogiro. Forse un po’ di pudore in certe avventate dichiarazioni - conclude il presidente della Regione - non guasterebbe».
06 maggio 2013