Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le spine del Pul, altolà della Regione sugli stabilimenti

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2013


Osservazioni anche su Giorgino
 

La strada del Piano di utilizzo dei litorali è sempre più in salita. Giovedì la direzione del servizio regionale Demanio e patrimonio ha inviato al Comune una lettera in cui sottolinea due errori nel documento, che riguardano le previsioni fatte dalla Giunta per Giorgino e per gli stabilimenti balneari in muratura.
LE DIFFICOLTÀ In entrambi i casi il Municipio avrebbe pianificato il futuro delle aree senza averne la competenza. Il lungomare di Giorgino rientra tra le zone dell'Autorità portuale, mentre le strutture fisse del Poetto rientrano ancora nel demanio regionale e non sono state trasferite al Comune come il resto della spiaggia. Ma il Pul per questi edifici prevede una «rimodulazione» degli edifici. Per il Piano di utilizzo dei litorali approvato dal Consiglio gli interventi futuri dovrebbero essere finalizzati «a una riduzione della cubatura e alla riqualificazione ambientale mediante progetti di rinaturalizzazione delle aree interessate, con sostituzione delle strutture fisse e realizzazione di manufatti a basso impatto ambientale a carattere precario e amovibile, prevedendo l'allontanamento dalla battigia». Un intento che però secondo la Regione configura un conflitto di competenza, che rischia di bloccare il cammino del Pul.
IL PIANO IN BILICO Se il documento non dovesse essere approvato definitivamente e adottato dal Comune entro la fine dell'anno, si avrebbe l'ennesimo paradosso: i chioschetti che gli imprenditori del Poetto si accingono a demolire e ricostruire per l'estate 2013, dovranno essere di nuovo smontati a dicembre. Al momento il Pul non è neanche stato inviato ufficialmente alla Regione, perché prima dovrà diventare realtà la variante urbanistica che trasforma il lungomare da zona H (area protetta, dove la cubatura ammessa è prossima allo zero) a zona Ghl. Anche su questo fronte però non ci sono buone notizie: la procedura di valutazione ambientale strategica della Provincia è bloccata. Dopo la riunione del 23 gennaio, in cui sono stati evidenziati alcuni problemi, non è ancora stato presentato un verbale dell'incontro. Qualche giorno prima, durante un incontro «informale» tra gli uffici della Regione e quelli del Comune però sono stati sottolineate le incongruenze con le leggi e le delibere di Viale Trento. «Siamo intervenuti per una "leale collaborazione" col Municipio», fanno sapere dalla direzione regionale del Demanio.
IL DOCUMENTO DEI LITORALI Il Piano di utilizzo dei litorali, votato per la prima volta dal Consiglio comunale a novembre, dovrebbe essere esaminato dagli uffici regionali solo per una «verifica di coerenza», dunque a fine procedura. Il documento preparato dall'assessorato comunale all'Urbanistica ha "fotografato" al Poetto circa 63mila metri cubi di cemento. Quasi 31mila sono quelli del Lido - la concessione scadrà nel 2026 -, il D'Aquila si ferma a 11mila, l'Ottagono a 2.320. Poi ci sono gli stabilimenti militari (16.830 metri cubi) e i servizi igienici comunali: questi ultimi, che occupano circa 2mila metri cubi, dovrebbero essere demoliti una volta realizzati i nuovi chioschetti (che avranno i bagni a disposizione dei bagnanti) previsti dal Pul. Difficile che invece vengano demoliti gli altri stabilimenti, su cui la Regione rivendica una competenza esclusiva.
E così il sì definitivo al Piano di utilizzo dei litorali è sempre più difficile. Non è un caso che per ora in Sardegna l'unico Pul che ha completato tutte procedure è quello di Loiri Porto San Paolo, che però è stato annullato dal Tar. (m.r.)