Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Viaggio nella città sfregiata

Fonte: Sardegna Quotidiano
29 aprile 2013

Monumenti

 

L’ultimo sfregio, in ordine di tempo, è una brutta “scritta” con lo spray nero sulle antiche mura in via Mazzini, accanto alle rovine della casa che fu dello scrittore Giuseppe Dessì: “Buz - zurro”, si legge anche a distanza, tanto è grande, poi la striscia di bomboletta va avanti per finire con un ridicolo fiore alto due metri. Due venerdì fa: qualcuno che pensa bene di distruggere la scalinata che da piazza Costituzione porta alla terrazza. Il Bastione in mano ai vandali: titoli su titoli di giornale, denunce continue, lamentele. Ma Saint Remy è solo un simbolo, che il sindaco aveva pensato di chiudere la notte proprio per evitare atti vandalici. Da Castello a Villanova, il centro storico, fino a San Benedetto e tutti i rioni periferici, e non c’è differenza tra monumenti e anonimi muri: Cagliari è imbrattata di scritte, pasticci, scarabocchi (e non solo di opere dei writers, sulla cui appartenenza alla sfera artistica si continua a discutere). Con danni «per centinaia di migliaia di euro», aveva detto l’assessore ai Servizi tecnologici Pierluigi Leo. Ecco un breve tour, solo nel centro storico: una giraffa arancione e un volto anonimo macchiano via Università. Tra qualche scarabocchio di fiori con gli occhi si arriva alla porta dell’Ele - fante, imbrattata da rosse chiavi di violino. Tra le viuzze del rione la situazione non cambia. Nella piazzetta davanti al bar panoramico di via del Fossario vince il cromatismo blu: “this is piazza bong” e “smoke gang”, poi vari improperi e, ciliegina sulla torta, entrambi i lampioni spaccati. In uno spiazzo di via Canelles c’è un cuore gigantesco bianco e nero dipinto su un muro e trafitto da strade, in via Lamarmora lettere a casaccio frutto di spray verde e marrone. Poi giù, in piazza Marghinotti chissà chi ha scritto sul muro “mai più tavolini nelle nostre piazze”, e lungo viale Regina Elena scarabocchi e scritte senza senso a go go. Via San Saturnino è una galleria a cielo aperto di colori. Una città imbrattata, le spese per ripulire le facciate di monumenti e palazzi si sapranno a bilancio approvato e non saranno certo basse. Già annunciata dal presidente della commissione Servizi tecnologici, Fabrizio Marcello, l’intenzione di imporre la pulizia dei muri alla società che si aggiudicherà l’appalto per la raccolta dei rifiuti. E il Bastione sarà presto tema trattato tra i banchi del Comune. Gianni Chessa, capogruppo Udc, prepara le carte: «C’è ottusità nel comprendere che i beni culturali vanno tutelati, è vergognoso. Sto scrivendo un ordine del giorno sulla salvaguardia del Bastione e dei nostri monumenti. Vanno messe le telecamere e serve creare cantieri sociali per la vigilanza. Il Bastione è già stato ripulito tante volte, con i soldi di tutti». Anche Alessio Mereu, capogruppo dei Riformatori, è critico: «Sì alle telecamere al Bastione, e multe più salate per chi pasticcia i muri, sennò pagano sempre i cittadini onesti». Dalla maggioranza, Matteo Lecis Cocco Ortu (Pd) propone «un’educazione che parta dalle scuole, i monumenti sono patrimonio comune. Serve un salto culturale, far capire che non è figo chi pasticcia un bene pubblico, ma chi lo protegge. Non si possono mettere telecamere ovunque».

Paolo Rapeanu

L’IDEA MAI ATTUATA: CHIUSURA NOTTURNA

I danni degli imbrattatori che offendono le mura del Bastione Saint Remy, i gruppetti di giovani che bevono sotto il cielo notturno e, qualche volta, lanciano le bottiglie nel vuoto. Sono problemi sollevati, già nel febbraio 2012, da Pierluigi Leo, assessore comunale ai Serviti tecnologici. E l’ipotesi che si era affacciata era una chiusura notturna del Bastione. «La terrazza va chiusa durante la notte, o non riusciremo a evitare simili comportamenti. Come orario, penso dall’una di notte», aveva suggerito Leo, «dopo una certa ora il Bastione non è frequentato più da persone tranquille, ma solo da imbrattamuri. In città abbiamo danni per centinaia di migliaia di euro, tra facciate private e monumenti, dove andrebbero messe delle telecamere. Per ogni monumento da ripulire», affermava l’assessore, «serve un piano di intervento insieme alla giunta, un’operazione costosa». Appelli, quelli di Leo, finora rimasti solo sulla carta. Il Bastione è aperto anche di notte e di telecamere manco l’ombra