Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Spariti altri sessanta negozi

Fonte: L'Unione Sarda
29 aprile 2013


COMMERCIO IN AGONIA. In pochi mesi hanno chiuso tante attività in centro

Nuovo allarme di Confesercenti: «È la città dei no»

Si può scegliere tra miseria o povertà, però è davvero solo questione di sfumature semantiche. Dietro le quali ci sono i contenuti. E quelli, invece, sono netti e drammatici. «Cagliari è una città che la crisi non smette di sentirla».
SESSANTA NEGOZI IN MENO Il nuovo grido di allarme arriva da Confesercenti che ieri ha riunito gli organi dirigenti e ha riconfermato Roberto Bolognese presidente provinciale. A pesare, soprattutto, è il numero delle serrande che si abbassano la sera e non vengono più sollevate la mattina successiva. L'agonia del commercio, per la verità, dura ormai da anni, ma nel 2013 sembra avere imboccato una deriva verticale. Negli ultimi mesi, infatti, sono “spariti” quasi 60 negozi nel centro: 3 nel Largo Carlo Felice, 5 nella via Manno, 6 nella via Alghero, 18 nella via Garibaldi e almeno 25 nella via Dante. «Se non è un bollettino di guerra, poco ci manca», dice Bolognese. «Con questi numeri la depressione è la cosa più naturale che possa capitare».
LE MISURE Un nuovo patto con l'amministrazione («per rilanciare l'attività dei commercianti, anche attraverso un ripensamento totale della Tares»), seria lotta all'abusivismo («che oggi, per colpa di un malinteso senso di solidarietà, ha trasformato la piazza Yenne in un mercato del falso che sembra di stare a Napoli») e la carta metropolitana («che non colleghi soltanto la periferia e i centri commerciali ma anche il centro storico, perché il rischio che si sta correndo è che il centro si svuoti»): sono questi i temi principali lanciati da Confesercenti.
RILANCIO DEL PORTO «Non meno importante è poi una nuova azione di sviluppo del porto - spiega Bolognese -, perché non si riesce a far decollare il porto di via Roma? Il traffico di Cagliari è di appena 200mila passeggeri l'anno, contro i 3 milioni di Olbia. Eppure le potenzialità ci sarebbero, si potrebbero realizzare 2000 posti barca e ogni 4 barche si creerebbe un posto di lavoro per i cagliaritani. Senza considerare tutto l'indotto che ne deriverebbe». Il presidente regionale Marco Sulis aggiunge: «Cagliari è la città dei no. No allo stadio, no ai baretti, no ai concerti. Sono anche questi no, di cui sono responsabili anche le precedenti amministrazioni, che hanno creato la miseria che viviamo oggi».
CONFESERCENTI RESISTE Insomma, un quadro a tinte fosche quello dipinto da Confesercenti, che, però, prova a guardare il bicchiere mezzo pieno. «Nonostante tutto, c'è ancora chi ci prova. C'è ancora chi cerca di fare impresa. Abbiamo il dovere di sostenerli», conclude Bolognese. Negli ultimi 4 anni, Confesercenti Cagliari è l'unica associazione di categoria che ha visto crescere il numero dei propri iscritti (oggi circa 3000). «Noi ci siamo per tutti», sottolinea Nicola Murru, direttore provinciale.
Mauro Madeddu