Rassegna Stampa

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Zedda: «Festeggiamo il 25 aprile a Cagliari senza i fascisti»

Fonte: web cagliaripad.it
26 aprile 2013

 

Ricordato l’anniversario della Liberazione a Cagliari e in tutta l’isola. Un anno fa i disordini in centro città tra antifascisti e gruppi di destra





 

«Credo che quest’anno si debba festeggiare perchè per la prima volta dopo anni i fascisti non festeggiano il 25 aprile». È stata la chiusura dell’intervento del sindaco Massimo Zedda (Sel), al termine delle manifestazioni di questa mattina a Cagliari per ricordare l’anniversario della Liberazione. Dopo gli scontri di un anno fa in centro, con le forze dell’ordine che avevano sgomberato Piazza Gramsci per evitare che gli antifascisti entrassero in contatto con i gruppi di destra, quest’anno la manifestazione di chi voleva ricordare i morti della Repubblica di Salò è stata spostata al 28 aprile. Ai festeggiamenti di oggi, organizzati dal Comitato 25 aprile, hanno partecipato oltre mille persone: il corteo ha attraversato tutta la città da piazza Garibaldi a piazza del Carmine. Ci sono stati momenti di tensione solo quando, come annunciato nei giorni scorsi, è stata esposta dall’associazione sardo memoriale della Shoah, la bandiera di Israele per ricordare la partecipazione della brigata ebraica alla lotta contro i nazifascisti. Il vessillo, però, non è stato gradito da un gruppo di partecipanti che sventolavano bandiere palestinesi. «Non c’era nessun intento polemico - ha spiegato un componente del gruppo, che ha mostrato la bandiera bianca e azzurra - volevamo solo ricordare l’importanza della partecipazione di un gruppo di volontari che dalla Palestina corse in Italia per combattere al fianco dei britannici. Scaramucce? Siamo stati oggetto di grida e di insulti». Ma la manifestazione è andata avanti pacificamente senza ulteriori polemiche. Poi la chiusura in piazza del Carmine con gli interventi conclusivi: «Ricordiamo - ha detto Marco Sini dell’associazione partigiani - anche le lotte operaie del 1943 nelle città del nord. E che la Sardegna, anche senza partecipare alla Resistenza nel centro nord, ha avuto i suoi martiri del fascismo a cominciare da Efisio Melis, nel 1922».