Rassegna Stampa

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25 aprile, bandiere del Pd segnate a lutto. E c'è chi contesta anche Zedda

Fonte: web Castedduonline.it
26 aprile 2013

I retroscena


di  Valentino Medagliani

Giovedì 25 Aprile 2013 | 17:25

Si è chiuso in piazza del Carmine, sotto la pioggia, il tradizionale corteo del 25 aprile. In centinaia le persone che hanno preso parte alle celebrazioni del sessantottesimo anniversario sfilando per il centro cittadino. Se da un lato non è mancata la volontà di ricordare la lotta partigiana contro il nazifascismo, dall'altra non è bastato il suono della fanfara ad accendere l'atmosfera di festa. Un clima rovinato non solo dal maltempo o dalle tensioni fra i gruppi filopalestinesi e il comitato di commemorazione della brigata ebraica. Davanti alla profonda crisi politica ed economica che sta attraversando l'Italia, il primo a vivere il 25 aprile con amarezza è Antonio, 77 anni, poco più che un bambino nel 1945: “Festeggiare oggi – per chi ha vissuto quegli anni – ha un gusto amaro. Dopo aver subito le ingiustizie dei nazifascisti, in quegli anni, e attraversato tante difficoltà ci si aspetterebbe una situazione ben diversa da quella che viviamo oggi. Non ci meritiamo tutto qusto”.
Fra la folla bandiere del Pd segnate a lutto o lacerate ad hoc. Bandiere che fanno eco alla frattura segnata in occasione dell'elezione del capo dello stato. Chi le porta non nasconde il malcontento: “Tradita la fiducia degli elettori”.
La celebrazioni a Cagliari si sono svolte come da copione, con la tradizionale tappa al monumento dei caduti in via Sonnino. Sindaco di Cagliari contestato da un piccolo gruppo davanti alla targa dedicata Emilio Lussu, alle porte di via Roma. “Un monumento, non un palo a ricordare Lussu”.
Il corteo ha raggiunto infine piazza del Carmine, attraversano una via Roma chiusa al traffico solo a metà sul lato portici. Dal palco, si sono alternate le voci delle istituzioni, dei sindacati e dei comitati per le celebrazioni del 25 aprile. Nel suo messaggio il sindaco Massimo Zedda ha voluto dedicare un pensiero a tutti colo che non vivono liberi “Alle popolazioni oppresse – ha detto Zedda – o a chi è vittima di discriminazioni sociali e sessuali”.