Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Tribunale: si riapra l'acqua

Fonte: L'Unione Sarda
26 aprile 2013


È intervenuta la Casa dei diritti. La società: «In dieci anni pagate 2 bollette su 28»

La vicenda dell'invalido grave moroso con Abbanoa

Abbanoa deve fare dietrofront, il tribunale ha ordinato di togliere i sigilli ai rubinetti. A.O., 56 anni, tumore al pancreas, appuntamento fisso con la chemioterapia e un'invalidità totale che non gli lascia scampo, avrà di nuovo l'acqua. Ma il braccio di ferro va avanti: «Non ci è stato notificato alcun provvedimento», replica la società che gestisce le acque cittadine. «Si tratta di una normale istanza cautelare, il procedimento non si ferma». La storia cagliaritana è finita pure sul blog di Beppe Grillo, ora torna alla ribalta con la decisione del Tribunale
LA SUPERBOLLETTA A dicembre, in via Segni, a Pirri, è arrivata una richiesta di pagamento di oltre 11 mila euro, «somma di bollette mai pagate», secondo Abbanoa. Dopo l'ultimatum sono arrivati in fretta i sigilli alle tubature. Ed è iniziata la battaglia. Del caso di A.O. si è interessata l'associazione Casa dei Diritti: «L'utente da quanto ci risulta sino a gennaio dell'anno scorso non ha mai ricevuto alcun avviso di pagamento», spiega il presidente Carlo Asili. «Il debito rimane», precisa Abbanoa. «Dal 2003 a oggi l'utente ha pagato soltanto 2 bollette su 28 accumulando un importo di 11.300 euro». Di fare passi indietro nessuna intenzione: «Abbiamo tutte le ragioni per vedere saldato l'importo dovuto». Carte alla mano, «nel corso degli anni sono stati inviati numerosi solleciti tramite raccomandate con ricevuta di ritorno», si difende la società dell'acqua. Gli ultimi il 12 febbraio 2009, e poi 23 gennaio, 12 marzo e 27 dicembre 2012. «Durante tutto il periodo di incontri e colloqui (ultimi 6 mesi), volti a trovare una soluzione, Abbanoa ha soprasseduto allo slaccio», si precisa in una nota.
LA DECISIONE DEL GIUDICE Ma il Tribunale per ora sembra dare ragione all'utente invalido. Con decreto del 22 aprile ha disposto «l'immediato ripristino della somministrazione dell'acqua». Un risultato ottenuto dalla Casa dei diritti, dopo il ricorso presentato dall'avvocato Renato Chiesa che assiste A.O. «Questo provvedimento rappresenta soltanto il primo tassello di una lunga battaglia», annuncia Asili. «È inaccettabile che i cittadini debbano ricorrere alla magistratura per vedersi riconosciuto il diritto all'acqua».
VERTENZA APERTA Ma la partita è ancora aperta: il giudice ha convocato le parti a Palazzo di Giustizia, per il 3 maggio, per «conferma, modifica o revoca del decreto». Intanto i legali dell'associazione stanno preparando due esposti al veleno: uno appena depositato in Procura, per «reati anche gravi», l'altro indirizzato all'Autorità Garante per «pratiche commerciali scorrette ed aggressive». Ma Abbanoa alle accuse non ci sta: «È superfluo sottolineare che non siamo a conoscenza dello stato di salute dei clienti, mentre in questo caso è evidente la morosità». E spiega: «Abbiamo predisposto una serie di piani di dilazione in deroga a quelli regolamentari. Dopo il mancato rispetto del quarto piano straordinario di pagamenti abbiamo dovuto disporre lo slaccio».
LA POLEMICA A favore di A.O scende in campo anche la politica. «Credo che dobbiamo farci carico di questo problema, garantendo a ogni sardo un diritto minimo all'acqua», sottolinea Claudio Cugusi, consigliere comunale del Pd. Nel dettaglio: 50 litri a ognuno. «Il Consiglio regionale dovrebbe adottare un provvedimento così inserendo nello Statuto il diritto all'acqua come bene comune».
Sara Marci