Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«C'è la fame, così rovinano le famiglie»

Fonte: L'Unione Sarda
26 aprile 2013


SANTA GILLA. Pescatori sotto choc dopo il sequestro di 48 baracche e 8 pontili non autorizzati


«Non lavorare significa non dare da mangiare a moglie e figli». Tonino Arrais è uno dei pescatori storici di Santa Gilla. Presidente di una delle sette cooperative riunite in consorzio, commenta amareggiato il blitz di mercoledì della Capitaneria di Porto con il sequestro di otto pontili utilizzati come ormeggi per imbarcazioni e 48 piccoli depositi metallici prefabbricati usati per custodire le attrezzature da pesca. Un'operazione contro l'abusivismo che ha fatto scattare una denuncia, con la segnalazione alla Procura del presidente del consorzio. Le indagini dovranno ora risalire a tutti i pescatori che utilizzavano i 56 «manufatti» messi sotto chiave.
Nella laguna, a ventiquattro ore dal maxi sequestro, regna la preoccupazione. I pescatori, moltissimi residenti nel vicino quartiere di Sant'Avendrace, non accettano di essere gli unici ad essere finiti nel mirino. E chiedono un intervento rapido della politica che permetta ai professionisti di poter tornare al lavoro il prima possibile. «Da tantissimi anni - ricorda Arrais -, chiediamo che la situazione di abusivismo venga sanata. L'operazione di mercoledì ci sembra eccessiva. Nei rifugi sequestrati i pescatori hanno le reti, i remi e i motori delle loro imbarcazione. L'attrezzatura per poter pescare e guadagnare il minimo indispensabile per poter portare il cibo a casa. I sigilli sono una beffa contro una categoria di professionisti riconosciuta da tutte le istituzioni».
La Capitaneria è arrivata lungo le sponde dello stagno di Santa Gilla dove si trova il Consorzio Ittico, alle spalle della Città Mercato. Qui, secondo le accuse degli investigatori, si trovano i 56 manufatti «realizzati senza alcuna autorizzazione». «Temiamo - aggiunge Arrais -, sia solo il primo intervento del genere nella laguna. Quasi certamente nelle prossime settimane assisteremo ad altri sequestri. Eppure la situazione dei 1.700 ettari di Santa Gilla ha tante emergenze, non solo l'abusivismo. Ci sono vere e proprie abitazioni irregolari, discariche a cielo aperto e rifiuti sparsi ovunque. Avremmo gradito un dialogo con le istituzioni e con le forze dell'ordine prima di assistere a un sequestro che mette in ginocchio almeno 200 famiglie».
I pescatori chiedono a gran voce un incontro con Regione e Comune: «Vogliamo parlare dello stagno. Serve ordine. Intanto però per i professionisti rimasti senza lavoro c'è solo disperazione». Arrais lamenta lo stato d'abbandono da parte di chi dovrebbe prendere decisioni: «È mancata una commissione di vigilanza permanente. Non solo su chi lavora a Santa Gilla. Chiunque può fare un giro nel perimetro dello stagno per vedere con i propri occhi. Non solo abusivismo. Forse ci sono altri scandali ben più gravi». Il riferimento? «Opere costruite dagli enti pubblici per rilanciare l'attività della pesca a Santa Gilla e in gran parte abbandonate».
La settimana prossima le cooperative riunite sotto la bandiera del consorzio Santa Gilla si incontreranno. Sul tavolo il sequestro dei depositi e dei pontili: «Una cosa è certa - conclude Arrais -, bisogna trovare una soluzione al più presto. I pescatori non possono restare a lungo senza lavoro».
Matteo Vercelli