Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Šostakovic, musica per le vittime

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2013


Concerto al Teatro Lirico

Cinque movimenti e un tema di quattro note. Distruzione e senso d'angoscia traspaiono nel Quartetto n. 8 in do minore op. 110 che Dmitrij Šostakovic dedicò “alle vittime del fascismo e della guerra”. In realtà Šostakovic finì per considerarlo come il proprio epitaffio e l'Ensemble del Teatro Lirico nel concerto di mercoledì scorso ne mette in luce ogni aspetto di doloroso ripiegamento.
Nell'ultimo concerto della stagione concertistica Sergej Krylov e Gianmaria Melis, (violini), Maurizio Minore (viola) e Robert Witt (violoncello) intessono linee musicali di grande potenza espressiva, alternando dinamiche che dal pianissimo soffuso arrivano al forte convulso. Toccano tutte le corde dei sentimenti riprendendo insieme il tema della morte e dell'incalzare della violenza distruttrice della guerra.
Era il 1960 quando Šostakovic scrisse questa pagina. Arrivato a Dresda per scrivere la colonna sonora per quello che doveva essere un film per commemorare i bombardamenti che distrussero la città, finì per dedicarsi a questo quartetto dall'impianto tradizionale, in cui solo a tratti affiorano affinità col linguaggio contemporaneo. Contraddizioni e ispirazioni di un grande musicista che i quattro solisti colgono con sensibilità ed espressività intensa. Una pagina dedicata al '900 che affonda le radici nella tradizione della Mitteleuropa, la stessa a cui volge lo sguardo, nella seconda parte della serata, l'Ensemble del Teatro Lirico, allargato a otto elementi con l'intervento aggiuntivo di Sandro Fontoni (contrabbasso), Pasquale Iriu (clarinetto), Giuseppe Lo Curcio, (fagotto) e Luca Maria Leone (corno) per l'Ottetto in fa maggiore D. 803 di Franz Schubert.
Sessanta minuti di musica per esplorare l'orizzonte stilistico di Schubert in quella che un po' sbrigativamente è stata definita musica d'intrattenimento, ma che poi si rivela ricca di significati. Un rincorrersi di suoni dove emerge l'equilibrio d'insieme, l'affiatamento dell'ensemble e dove spicca la personalità e il virtuosismo di Sergej Krylov e degli altri solisti, impegnati in una interpretazione di carattere e spessore artistico.
Una personalità che emerge tutta nella vitalità dell'allegro, nell'eleganza del minuetto, nell'articolata struttura delle variazioni. Tra violino e clarinetto, così come nell'intreccio di voci tra gli altri strumenti, si impone una cifra esecutiva affidata alla pulizia del suono, con passaggi di intenso valore a cui l'Ensemble dà coerenza stilistica e un fraseggio di grande impatto.
E sulle note dell'allegro, che mai trascende la compostezza neanche quando si lascia andare a virtuosismi incalzanti, arrivano gli applausi convinti del pubblico.
Greca Piras