Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Insieme ripensiamo il rione»

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2013


Via al progetto “Stampaxi+”: nuovi modi di utilizzo degli spazi comuni e privati

Stampace, gli abitanti pronti a disegnare il loro futuro

I quartieri sono di chi li abita da tempi memorabili o per recenti vicissitudini migratorie. E sono tutti loro a doverne raccontare il presente, analizzarlo, vivisezionarlo, per poi suggerire i progetti per il futuro. Ed ecco che dalla base, senza un euro pubblico, nasce una nuova fase di Stampaxi+ (si legge Stampasci prusu ) si chiama Stampaxi tweet e, spiegano gli organizzatori (il collettivo Sardarch) «si apre alla collaborazione di quanti vogliano offrire un proprio racconto di Stampace alto».
IL PROGETTO «Si tratta di un progetto di osservazione dello spazio della città: una ricerca sui nuovi modi di utilizzo dei luoghi comuni e privati da parte dei suoi protagonisti», spiega il collettivo. «Ora, dunque, è la volta del coinvolgimento diretto degli abitanti sfruttando le potenzialità che offrono le connessioni Internet sugli smartphone attraverso i social network, Twitter e Facebook».
LA FILOSOFIA «La necessità di base è cercare nuovi strumenti per interpretare la città e ragionare sulla necessità da parte di ciascuno di vivere gli spazi comuni come luoghi di relazione e di cui prendersi cura», spiega Matteo Lecis Cocco Ortu di Sardarch, ingegnere nonché consigliere comunale. Obiettivo? Creare un punto di vista comunitario sulla realtà e sull'utilizzo del rione, attraverso la costruzione di un'identità digitale. Lo spunto arriva dall'esperienza dell'ufficio del turismo svedese che utilizzò questo sistema dal basso per promuovere il Paese. Così Sardarch ha deciso di creare un account twitter (@StampaxiPrusu ) per raccogliere le esperienze degli attori urbani analizzati nella prima fase del progetto. «Il tweet diventa, quindi, un mezzo diretto per interpretare la realtà in modo istantaneo e condividerla rivolgendosi al resto del quartiere». L'hashtag che verrà utilizzato è #stampaxiprusu.
GLI ATTORI URBANI Ma chi sono gli attori urbani? «Nei prossimi giorni il collettivo - spiega Lecis - individuerà tra i partecipanti alle fasi antecedenti del progetto gli attori urbani. Saranno il cuore dell'iniziativa e saranno selezionati tra i seguenti profili: una famiglia stampacina, uno studente immigrato, un sacerdote, un'associazione, un lavoratore, un teenager, un creativo e una famiglia straniera». Ma perché Stampace? «Perché in poche strade convivono persone con esperienze e modalità di vita diversissime», spiega Lecis Coccu Ortu. «È un quartiere che si appresta a vivere grandi trasformazioni con il prossimo trasferimento dell'ospedale e i progetti per il grande vuoto di via Fara, oggetto già nel 2010 della prima indagine di Sardarch con Stampaxi Wall al motto di Non è una piazza! »
I VOLONTARI. Il progetto Stampaxi+ ha visto la collaborazione dell'architetto Laura Maccioni, dei fotografi Stefano Ferrando e Fabio Macis, dei video maker Filippo Ciucciomei e Alessandro Congiu, del regista Massimo Gasole e molti altri volontari: ingegneri e architetti reclutati per le varie fasi del progetto. Da oggi lo studio è aperto alla collaborazione di tutti gli stampacini. Del collettivo Sardarch Architettura fanno parte, invece, Francesco Cocco, Nicolò Fenu e Matteo Lecis Cocco Ortu. Quanti denari pubblici per tutto ciò? «Nessuno», spiega Lecis, «è un progetto a budget ridotto autofinanziato dal Sardarch che non fa perno su contributi pubblici ed è basato sulla collaborazione dei volontari. Il lavoro parteciperà alla prossima biennale dello spazio pubblico organizzata a Roma dall'Istituto nazionale di Urbanistica».
Francesco Abate