Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Poetto Spiaggia piena, nessun servizio

Fonte: Sardegna Quotidiano
15 aprile 2013

 

Traffico da girone infernale fin dallo stadio Amsicora con lo sterrato di Marina Piccola e il lato mare presi d’assalto dalle auto, primi bagni della stagione e improvvisate partite di calcio nella sabbia, ricerca non facile di zone d’ombra per sfogliare un libro o lasciarsi cullare dalla leggera brezza marina. Con l’aggiunta di disagi: sigillati tutti i baretti – unica eccezione l’Emerson e l’Iguana, dove si battono scontrini in rigoroso silenzio stampa – e un solo servizio igienico aperto tra terza e quarta fermata. Scene dal Poetto in una domenica mattina: la massima segna 25 gradi, il caldo si fa sentire, e in migliaia si sono riversati sul litorale. Tutto esaurito a Marina Piccola, spiaggia riempita a chiazze fino al rudere dell’ex Marino. Biciclette e risciò si contendono l’asfalto con bus e auto, non mancano i salutisti della corsa e chi preferisce tenere su i vestiti e camminare nel bagnasciuga. Ma le “voci di popolo” incentrano discussioni proprio sui baretti chiusi. «È una questione complicata, la mancanza dei baretti nelle serate estive si farà sentire. Spero che alla fine si trovi una soluzione», dice Ferdinando Cossu, runner di Selargius. Seduto con la consorte sulle panche in marmo di Marina Piccola, Alberto Pani nota che «non avevo mai visto i baretti chiusi. È colpa delle istituzioni, Comune e Regione. Se non potranno aprire, gli sia concesso di montare gazebo in tela per vendere bibite e cibo», suggerisce il 41enne cagliaritano. E tra moglie e marito meglio non mettere i baretti serrati. Alla quinta fermata, infatti, Lelia Desogus è decisa: «Non è giusto che siano chiusi, davano tanti posti di lavoro. Anche il Poetto sta andando allo sfascio, questa è una spiaggia dentro la città, andrebbe tutelata». Accanto a lei, opinione opposta del marito Francesco Addaris: «Molti imprenditori vengono spolpati dai pagamenti. Invece, questi non hanno mai pagato la concessione del suolo. Il Comune faccia un accordo, li metta in regola e faccia controlli», suggerisce, mentre la moglie scuote la testa. Verdi o rossi, i chioschi colorati, sprangati, sono meta di flash. Scatta foto alle strutture Liliana Spada: «La spiaggia è in condizioni penose, i baretti davano lavoro e muovevano l’economia. Quando Zedda aveva vinto ero contenta, pensavo portasse idee nuove, invece dimostra una vecchiaia politica negativa», sentenzia decisa, mentre tira fuori dalla sacca un panino portato da casa. Cinquant’anni, venti passati come consuletene finanziario, e un’idea ben chiara sul futuro del Poetto: «Mai stato contento dei baretti, giustificavano prezzi alti con la bellezza del posto», spiega Valter Miglior, «hanno dato troppe licenze, suggerisco di rifare tutto daccapo, con meno baretti». A Quartu i chioschi nella sabbia sono aperti: Luisella Lai, da residente quartese, lo sa, ma frequenta spesso il tratto cagliariano: «I baretti devono riaprire, Cagliari deve essere una città turistica. Una semplice passeggiata qui al mare non basta », afferma con rabbia, «per me, prendere un caffè guardando le onde, era come un rito».

Paolo Rapeanu