Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto estivo senza un caffè

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2013


Primo assalto alla spiaggia, complici i quasi 25 gradi. «Ma questo è un deserto»

Sul litorale servizi assenti, protestano gli operatori
A Marina Piccola c'è movimento, il bar aperto, la bancarella del torrone, i preparativi per la regata di hobie cat, il noleggio di risciò e tandem, la passeggiata affollata di gente che ha sbagliato abbigliamento. Piumini e felpe, come sarebbe normale a primavera, stivali e scarponcini, però ci sono venticinque gradi. I coraggiosi si spogliano e aprono la stagione balneare tuffandosi in un mare spettacolare. E poi, chi si vuole trattenere, si arrangia tipo picnic: spuntino al sacco, bottiglie d'acqua portate da casa, caffè nel thermos. Pieni i due stabilimenti storici, oltre, lo scheletro di legno di quello che fino a due anni fa era il chiosco più bello del Poetto, zeppo il locale bianco sopravvissuto (e non si sa ancora per quanto) ai sigilli e alla demolizione annunciata, tavolini occupati nella gelateria sulla strada. Ma andando avanti lungo il litorale, pian piano finisce tutto. Toilette che è salutare evitare. I nastri rossi e bianchi della guardia costiera, i lampioncini coperti con buste di plastica, le sedie a sdraio chiuse, imprigionate con catene e lucchetti, atleti e signore grassocce corrono a piedi o in bicicletta lungo un percorso di desolazione assoluta. Neppure la musica è rimasta: silenzio grottesco su una spiaggia che avrebbe dovuto dare ricchezza e lavoro, divertimento e servizi, «svago e socializzazione». L'edicolante davanti al Lido, Simonluca Perla, ricorda che «avevamo molte aspettative con questa nuova Giunta, giovane e piena di propositi». Dicevano che «per pensare al futuro di Cagliari è necessario partire dalle mille opportunità offerte dal mare, volevano far arrivare migliaia di turisti». Aggiunge: «Descrivevano la città delle idee. Difficilmente realizzabili, purtroppo».
Oltre alle buste paga andate in fumo in questo allucinante panorama di inizio estate, un gruppo di studenti ha compilato una lista per aspiranti lavoratori . Cose (teoricamente) facili: bagnino, animatore, barman, massaggiatore, venditore di frutta e bibite, istruttore di sport. «Non scherziamo, non si può fare niente, vi ricordate com'era il Poetto quattro anni fa? Non si trovava parcheggio, anche la sera, pieno di attività. Ora è il deserto, giorno e notte», sottolinea Fabrizio Murgia, che la settimana scorsa si è trasferito in una località vicino a Valencia per provare a fare lì quello che non è riuscito a fare qui. «Montavamo i campi per il beach tennis, in zone della spiaggia semiabbandonate, ottava fermata e dintorni, le rivitalizzavamo. Poi, i divieti, la burocrazia, le multe per occupazione di suolo pubblico, l'impossibilità di lavorare con certezza e serenità anche fuori stagione, ci hanno costretto a emigrare». Valentina Piano, segretaria del Windsurfing Club, spiega che quando si organizzano i raduni internazionali gli ospiti vengono da tutto il mondo e «si cerca di farli pernottare nelle strutture della zona, bed and breakfast del consorzio Poetto e alberghetti. I velisti sono contenti. A metà. Ci chiedono perché è tutto chiuso? Cosa si fa su questa costa al tramonto? Dove si va a prendere un aperitivo? A mangiare il pesce? E a ballare?». A Villasimius.
Cristina Cossu


Un'associazione aspetta di sapere se è possibile realizzare un'area per lo sport
Il kitesurf? Impossibile
Richiesta al Comune per avviare un'attività, nessuna risposta

Hanno fatto una gentile richiesta per la realizzazione di un'area dedicata al kitesurf al Poetto. Nessun impatto, un'occasione per attirare gente e offrire un servizio. L'anno scorso, pochi giorni prima di Natale, l'associazione sportiva dilettantistica Kitegeneration ha scritto al Comune di Cagliari, con largo anticipo per poter partire all'inizio dell'estate 2013, chiedendo - insieme con un progetto dettagliato - di avviare un'attività «di comprovata utilità sociale e di semplicissima attuazione». I tre soci, i fratelli Matias e Lucas Rey e Riccardo Mereu, spiegano: «Inizialmente, avremmo voluto che il comune di Cagliari o, in alternativa, quello di Quartu, oppure tutt'e due, realizzassero un'area dedicata al kitesurf in modo da poter offrire un servizio pubblico unico nel suo genere. Così, abbiamo inviato una Pec contenente un piccolo documento-progetto ad entrambi i Comuni». Nessuno dei due ha preso in considerazione la proposta. «La sola persona che ci ha dato udienza, in maniera informale, è stata Livia Boi, assessore al turismo di Quartu, che ci ha consigliato, in alternativa, di presentare la domanda per uno spazio acqueo, sede di installazione della corsia, in Regione». Hanno specificato che si faranno carico di tutte le spese, forniranno all'amministrazione supporto su argomenti riguardanti il mondo del kitesurf e per l'individuazione delle aree a terra e per la corsia di lancio, si occuperanno della manutenzione e della pulizia della spiaggia e delle informazioni per praticare l'attività. «La Sardegna è il paradiso del vento, e alcuni dei nostri arenili, ad esempio il Poetto, sono perfetti per praticare questo sport». Risultato: dopo quattro mesi ancora nessun via libera. Ma neppure un no. (cr. co.)