Rassegna Stampa

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Via Azuni, petizione al Comune contro la "casa degli orrori"

Fonte: web cagliaripad.it
15 aprile 2013


13 Aprile 2013 ore 10:45
 

Degrado a Stampace. E ora gli abitanti si mobilitano: "Quell'abitazione puzza, intervenga qualcuno"
Carlo Poddighe,
c.poddighe@cagliaripad.it
 

Il degrado e la vita in condizioni drammatiche, tra sporcizia e odori nauseabondi, non è prerogativa delle periferie più disagiate. Anche in pieno centro a Cagliari, a pochi passi dalla chiesa di Sant’Anna da un lato e quella di San Michele dall’altro, c’è una vera e propria casa degli orrori.

Al civico 47, di via Azuni, vive una coppia, marito e moglie, in una situazione disperata. Abitano al pianterreno, assieme a un piccolo cane, in un appartamento sempre chiuso, senza luce né acqua e da cui esce un fetore insopportabile che invade la strada.

I residenti, e chi ha un’attività nella via, hanno presentato nel dicembre scorso una petizione consegnata al Comune, per chiedere un intervento urgente dei servizi sociali. “Unico effetto: sono passati gli assistenti sociali, una sola volta, non hanno trovato nessuno in casa e se ne sono andati. Il fetore avvelena l'aria circostante , sopratutto nelle calde giornate primaverili(ma non solo), e i clienti delle attività di via Azuni "alta" preferiscono passare con passo lesto per superare l'infausta area”, spiega Gianluca Sanna, titolare di un’attività nella via e promotore dell’iniziativa.

Ma nel quartiere, e nella stessa via, è differente il modo in cui gli abitanti si approcciano al dramma della coppia. C’è la signora cresciuta a Stampace che ricorda come diversi anni fa quell’appartamento fosse “una bella casa di una modista e della sua famiglia che, anche se con poche risorse, conduceva un’esistenza dignitosa, mentre adesso per la puzza che si sente è impossibile passarci solo vicino”.

Chi come Roberto Garau, storico parrucchiere del rione e firmatario della petizione, si scandalizza che “nessuno intervenga nonostante il caso sia stato più volte segnalato al Comune”. “Le case per gli zingari le trovano, ma non si muovono per aiutare due cagliaritani in evidente difficoltà”, precisa.

C’è poi chi di petizione non vuole proprio sentirne parlare come Daniele Lecca, ristoratore e titolare di un’attività proprio di fronte all’abitazione incriminata. “Un’iniziativa del genere serve solo a escludere dalla soluzione del problema proprio le due persone vittime di questa situazione drammatica”, spiega Lecca. “Sarei stato più favorevole a organizzare tra di noi una colletta per dare loro una mano. Sarebbe servita più solidarietà, invece che chiedere ad altri di risolvere il problema”.