Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

C’è la salva-baretti, non la certezza e Zedda frena: «Dobbiamo valutare

Fonte: Sardegna Quotidiano
10 aprile 2013

 NUBI NERE SOPRA IL POETTO

È un sì bipartisan quello che arriva dal consiglio per la legge cosiddetta salva-chioschi. Che viene approvata in serata, con 59 voti favorevoli e 6 astenuti. Una fatica non di poco conto, anche politica. A dimostralo c’è il fatto che la giunta si sia astenuta dall’approvare la norma. E il provvedimento varato in fretta e furia dal consiglio viene accolto con la massima cautela dal sindaco Massimo Zedda: «Stiamo verificando se la strada sia percorribile, in ogni caso significa altro tempo perso», commenta. E ricorda anche come «la legge “salva chioschi” approvata in Consiglio regionale non contiene il testo condiviso dal Comune e dalla conferenza dei capigruppo in Consiglio regionale che aveva avuto parere positivo anche dal consiglio delle autonomie locali». Dopo i ringraziamenti di rito «per la presidente Claudia Lombardo e il consiglio », arriva la bordata per Ugo Cappellacci: «Il percorso condiviso ha trovato l’opposizione della giunta guidata dal presidente che ha inaspettatamente bloccato la proposta di legge condivisa che avrebbe consentito la riapertura dei baretti già da domani», attacca Zedda, «con un procedimento penale in corso che pende sui gestori si rimanda a un non meglio precisato nuovo accertamento di conformità tecnica che dovrebbero effettuare gli uffici comunali». In sintesi, dice il primo cittadino, «dal presidente Cappellacci arriva, ancora una volta, la conferma che non si punta alla crescita della città e della Sardegna intera ma al tornaconto elettorale personale: è chiaro a tutti che senza le più disparate dichiarazioni estemporanee da campagna elettorale perenne avremmo al Poetto i chioschi già aperti». La replica arriva da Alessandro Serra, portavoce di Cappellacci: «Il sindaco Zedda sembra uno Schettino che se la prende con tutti i De-Falco che gli chiedono di salire a bordo: con il presidente Cappellacci, con i consiglieri comunali del suo stesso schieramento e perfino con il consiglio regionale. La legge rappresentava solo l'ultimo tentativo di togliere alibi a un primo cittadino che non vuole trovare una soluzione e va esclusivamente alla ricerca di qualcuno a cui scaricare il proprio immobilismo». Di certo la palla, dopo l’approvazione della legge, passa al comune di Cagliari. E l’aria che tira non è buona: gli uffici dovranno valutare la verifica di conformità delle strutture rispetto al decreto varato dell’ex assessore all’Urbanistica Gian Valerio Sanna. Che considera due aspetti: il rinnovo delle autorizzazioni paesaggistiche dei chioschetti, rilasciate dagli organismi competenti valide fino all’approva - zione del Piano di utilizzo del litorale (Pul) e le concessioni demaniali. E si precisa che «nelle autorizzazioni paesaggistiche deve essere specificata la facoltà assegnata ai concessionari di evitare la rimozione delle strutture nel periodo invernale, fermo restando il termine di validità delle stesse concessioni ». È questo il quadro normativo in cui viene incastonata la salvabaretti, norma transitoria nata per coprire la fase intermedia tra approvazione del Pul e la sua adozione. L’emendamento presentato nella mattiinata di ieri riscrive completamente il primo articolo della proposta di legge presentata giorni fa. E si da là facoltà ai Comuni di autorizzare «fino all’ap - provazione definitiva del Pul», e quindi non oltre il 31 dicembre 2013, «il mantenimento delle opere e dei manufatti già esistenti e regolarmente autorizzati». Tradotto, le autorizzazioni ci devono essere così come la “verifica di conformità”, negata ai gestori qualche giorno fa dagli stessi uffici di palazzo Bacaredda. Da ieri si riparte da capo: gli stessi uffici possono «intraprendere specifica verifica di conformità rispetto alle disposizioni del decreto Sanna», tenendo conto «del perseguimento del minor impatto ambientale e paesaggistico sugli ambiti territoriali demaniali». In altre parole, secondo la legge, lo smontaggio dei baretti potrebbe creare ulteriori danni ambientali, per cui, una volta accertate la conformità dei manufatti, la validità delle relative autorizzazioni paesaggistiche e concessioni demaniali, possono restare dove sono fino all’approvazione del Pul che deve avvenire entro il 31 dicembre. E la regola vale per tutti i comuni che hanno già predisposto il Piano. «Il consiglio regionale ha fatto la sua parte, ora il comune di Cagliari faccia la sua autorizzando la permanenza dei baretti», è l’invito perentorio di Chicco Porcu (Pd). Che aggiunge: «La legge è stata necessaria per l’insolita resistenza dell’apparato burocratico del comune di Cagliari ad assumersi le proprie».

Francesca Ortalli