Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Speriamo che riaprano presto»

Fonte: L'Unione Sarda
10 aprile 2013


I cagliaritani non rinunciano alla spiaggia. Ma mancano i servizi
 

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Sono trascorsi quattro mesi dall'ultima scomparsa dei baretti sul lungomare del Poetto, un tempo che ai cagliaritani, abituali frequentatori, sembra lunghissimo. Quei localini colorati sono da molti anni punto di ritrovo per migliaia di persone e la loro chiusura, accompagnata da polemiche e discussioni, continua a lasciare un vuoto. I più affezionati, però, al Poetto non rinunciano. Ieri, all'ora di pranzo il sole era caldo, il termometro segnava 24 gradi e, senza chioschi, molti hanno deciso di stendere un asciugano sulla sabbia per la prima tintarella. «Sono spaesata», racconta Francesca, insegnante. «Fino a due anni fa il Poetto era un luogo straordinario, caldo e poco costoso per un pranzo primaverile. Oggi è un deserto senza servizi».
«Speriamo che i chioschi riaprano al più presto», dicono Marta, Silvia e Vanessa, studentesse al Giua di Assemini. «È incredibile vedere la Prima fermata così, senza vita». Tutti convergono sulla necessità che, a due mesi dall'inizio dell'estate, i baretti vengano riaperti. «Sarebbe anche ora», afferma Stefano Mascia, «il Poetto senza baretti è una cosa che non esiste, specialmente d'estate».
«È soprattutto un errore macroscopico», gli fa eco Nicola, studente di Economia e Commercio. Anche perché «rappresentano l'unica risorsa che abbiamo», aggiunge Giorgia Dessì. »Accade solo in Sardegna che, pur potendo, le istituzioni non ti consentono di lavorare». Qualcuno mostra rassegnazione. Come Alessandro Abis che evoca «quella vicenda dei concerti al Poetto. Ricordate quando tutti sostenevamo che sarebbe stato impossibile spegnere la musica nei chioschi? Beh, per qualche periodo è accaduto, per questa ragione non sarei sorpreso se la prossima estate i baretti fossero ancora chiusi».
Prudenza a parte, per tutti c'è la voglia di un ritorno alla normalità. «Non voglio sapere se la responsabilità è del Comune o della Regione, a questo punto vorrei vedere i baretti riaprire il prima possibile», afferma Massimo, avvocato. «Non si può lasciare la città senza servizi», dice Maristella Argiolas, titolare dell'Iguana, di fronte all'ospedale Marino, l'unico chiosco, insieme all'Emerson, rimasto aperto. (ma.mad.)