PABLO SOLE
CAGLIARI. «Come previsione iniziale, pensiamo ad un traffico di 26mila passeggeri al giorno. Lo so, si tratta di una cifra abbastanza bassa che non giustificherebbe un intervento di questo tipo, ma contiamo di raddoppiare il volume di traffico entro cinque anni». Pensieri e parole del presidente Ctm Giovanni Corona, pronunciate ieri mattina al convegno di presentazione del progetto Mavc (Una metropolitana per l’area vasta di Cagliari), fortemente voluto proprio dal Consorzio trasporti e mobilità con l’energica sponsorizzazione del sindaco Emilio Floris. Che ieri mattina deve aver mal digerito quella che ai detrattori è sembrata l’ammissione di una mezza sconfitta. Tant’è: archiviato lo scivolone, Corona ha parlato della metro sotterranea come la migliore delle soluzioni possibili al problema mobilità dell’area vasta e del centro urbano. «Lo dicono i nostri studi - ha detto il presidente del Ctm - che prendono in considerazione una miriade di fattori, dal versante economico fino all’impatto ambientale». Questa tesi non ha però convinto l’assessore regionale ai Trasporti Sandro Broccia, che per tutta risposta ha giocato al rilancio. Ricordando l’incontro fissato la prossima settimana con i sindaci dell’area vasta per ufficializzare l’adesione dei Comuni al progetto di metro leggera e firmare l’accordo di massima. Insomma: il muro contro muro continua, e all’orizzonte non si vede alcuna schiarita. Anche se Emilio Floris ha evitato il contrasto tout court provando a conciliare le due ipotesi: «La soluzione? Un’integrazione tra i due modelli: la metro di superficie dov’è possibile, quella interrata per attraversare la città». Ed ecco dunque il Mavc: cinquecento milioni di investimento per la realizzazione di 13 chilometri che collegheranno il capoluogo a Quartu con 17 stazioni, da piazza Matteotti a Pitz’e Serra. E tutto sottoterra, passando per piazza Yenne, piazza Garibaldi, S. Benedetto, via dei Giudicati, viale Ciusa e giù fino a Pirri in via Calamattia, via Riva Villasanta e piazza Italia. Due le fermate previste a Monserrato, una a Selargius e una Quartucciu. La lunghezza media delle tratte si aggira sugli ottocento metri, il tempo di percorrenza previsto va dai 22 ai 26 minuti con una frequenza massima di cinque minuti nell’ora di punta. Secondo il progetto, i lavori dovrebbero concludersi al massimo entro sei anni. Che di certo non arriveranno dalla Regione: «Non ce lo possiamo permettere - ha detto Sandro Broccia -. Noi abbiamo un’altra proposta, e ribadiamo che la metro di superficie è un modo di rispondere alle esigenze di mobilità partendo dalla capitalizzazione degli interventi già effettuati». Risponde il sindaco di Cagliari: «Nessun preconcetto nei confronti di altre soluzioni, ma dobbiamo tener conto che non bisogna ragionare sugli attuali 160mila abitanti del capoluogo, se è vero che nel 2030 il 70 per cento della popolazione vivrà nelle grandi città». Che probabilmente non saranno quelle sarde, almeno secondo il presidente della Provincia Graziano Milia: «Secondo l’Istat la nostra isola perderà il 25 per cento di abitanti entro i prossimi cinquant’anni, quindi credo che si dovrà tener conto anche di questo particolare. Di certo, non aiuta il fatto che ogni ente o società si muova per conto proprio. Ben venga allora l’istituzione di due autorità d’ambito che governino questi processi secondo un’ottica di sintesi».