Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pronti a riospitare il Cagliari»

Fonte: L'Unione Sarda
3 aprile 2013


Il sindaco Zedda ribadisce la disponibilità del Comune: «Ma ce lo devono chiedere»

Sant'Elia: che cosa bisogna fare e quanti soldi servono

Trieste? Rieti? Parma? Soluzioni possibili da qui alla fine del campionato. Poi? Quale stadio indicherà il Cagliari quando dovrà presentare l'iscrizione alla prossima stagione? Tutte le strade portano al Sant'Elia. Vero è se che un anno fa, con una decisione clamorosa quanto o forse più di quella assunta ieri, il Cagliari lasciò il suo stadio sostenendone l'inagibilità e l'inadeguatezza, non si capisce come oggi possa aver cambiato idea. Anche perché da allora, al Sant'Elia, non è cambiato nulla. Anzi. Tanto che anche ieri, a proposito dell'accertamento tecnico sul Sant'Elia chiesto dal Tribunale nell'ambito del contenzioso tra società e Comune, i rossoblù hanno parlato di «carenza della struttura» e di «inadeguatezza dal punto di vista normativo».
Eppure Massimo Zedda ieri ha ribadito ciò che disse in Consiglio comunale all'inizio di marzo: «Se il Cagliari Calcio chiedesse di poter utilizzare lo stadio Sant'Elia non ci sarebbero ostacoli da parte del Comune». Insomma, è il senso, loro sono andati via, loro ci devono chiedere di tornare.
Certo, ha aggiunto il sindaco, «servirebbero i tempi giusti per i lavori da effettuare, servirebbe il pagamento di un canone d'affitto ancora da determinare ma è bene chiarire che da parte di questa amministrazione c'è la massima disponibilità».
LE CONDIZIONI Ma qual è lo stato del contenzioso? Quali sono i lavori da fare? Per rispondere alla prima domanda occorre capire per quale ragione il 24 agosto del 2012 è stata rescissa dall'Ufficio Sport la convenzione con la società rossoblù. In via Roma parlano di «gravi e continue violazioni dei termini della convenzione da parte del Cagliari calcio, in particolare nella violazione quasi integrale dell'obbligo a versare al Comune un canone annuale di 50 mila euro, il cui mancato pagamento l'amministrazione ha lamentato fin dall'inizio della convenzione».
Dopo che, il 20 novembre del 2012, la società riconsegnò le chiavi dello stadio, Zedda riferì di «condizioni di notevole disordine amministrativo» e sottolineò le difficoltà «a riavviare l'utilizzo dell'impianto sportivo» perché - sottolineò - «sulla possibilità di immediato reimpiego del Sant'Elia pesa lo stato delle due vicende giudiziarie che oppongono il Comune alla società»
LO STATO DELLE CAUSE Un primo giudizio nel quale, in primo grado, il Cagliari è stato condannato a pagare al Comune una somma di circa 2 milioni di euro, è stato appellato dalla società ed è attualmente in attesa di definizione da parte del giudice.
Ma c'è n'é un altro nel quale il Cagliari chiede al Municipio il pagamento di 25 milioni di euro a titolo di rimborso per i lavori di manutenzione fatti nello stadio per conto del Comune e un risarcimento per i danni che la società sostiene di aver subito per fatti imputabili al Comune. È nell'ambito di questo giudizio che è stato chiesto l'Accertamento tecnico preventivo attualmente in corso e di prossima conclusione.
L'OSTACOLO Quell'accertamento è, al momento, un ostacolo. «Prima della sua conclusione», ha detto Zedda, «non è possibile per noi compiere i lavori che sarebbero necessari ad assicurare la piena fruibilità dell'impianto, lavori indispensabili a seguito dello smantellamento delle strutture metalliche. Se quei lavori li facessimo noi», ha proseguito, «rischieremmo di alterare lo stato dei luoghi e di pregiudicare l'esito delle verifiche attualmente in corso». Ma conclusa la procedura, il Comune potrà avviare le opere per garantire l'utilizzo dello stadio per la prossima stagione.
QUANTI SPETTATORI Ma quanti spettatori potrebbero entrare? «Lo smontaggio delle tribune in metallo da parte del Cagliari e l'asportazione dei tornelli, tutti trasferiti a Is Arenas, nonché la manomissione dell'impiantistica antincendio oggi impedisce l'ingresso di più di 5.000 spettatori», ha precisato Zedda. «Per farne entrare tra 5.000 e 10.000 non ci sarebbe l'obbligo di disporre i tornelli ma servirebbero le telecamere a circuito chiuso che sono state rubate. Il numero di 10.000 spettatori», ha aggiunto, «potrebbe essere raggiunto utilizzando una tribuna comunale da 1.000 posti e noleggiandone quattro per curva nord e distinti».
LA CONCLUSIONE In sintesi, secondo Zedda per far accogliere sino a 5 mila spettatori servono 200.000 euro, per 10 mila ne servirebbero 500 mila. Cifre molto ottimistiche. Anzi troppo. E comunque 10 mila spettatori non sarebbero sufficienti per l'omologazione per la serie A. Il preventivo vero sarebbe molto più alto. Almeno un milione e mezzo. Chi paga?
Fabio Manca