Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il terzo mondo dietro l'angolo

Fonte: L'Unione Sarda
27 marzo 2013


SANTA GILLA. Ottanta baracche, padri separati e pescatori vivono in condizioni difficili
 

La Forestale denuncia: grave abusivismo nella laguna
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Discariche e abusivismo edilizio, a Santa Gilla è allarme. Ad affermarlo è il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, che nel corso di un'operazione contro la pesca di frodo ha segnalato anche la disastrosa situazione presente nella laguna. Là c'è chi vive e lavora in un'altra dimensione rispetto al resto della città. Una comunità divisa in gruppetti di baracche più o meno stabili, in tutto un'ottantina. Tutti pescatori che vivono tra fango, freddo, topi, umidità, allagamenti. La maggior parte delle casette servono per conservare le attrezzature, in alcune invece la gente ci abita. Cagliaritani, ma anche famiglie rumene. Tutti disperati.
BARACCHE IN MATTONI Proprio di fronte alla Città Mercato di Santa Gilla, alla fine dell'area parcheggi, c'è una stradina che porta in un mondo parallelo. Là ci sono quattro casupole costruite con mattoni. Magazzini utilizzati da un gruppetto di pescatori per la loro attività. Un branco di cani dall'aspetto non proprio rassicurante fa la guardia. Uno dei pescatori si chiama Aldo, sulla trentina. «Mio nonno c'è qua da sessant'anni - spiega - anche io ci vengo da una vita. Sappiamo di essere abusivi, ma allo stesso tempo ci chiediamo come mai non ci è mai stata data la possibilità di sanare queste strutture. Saremmo disposti a farlo senza problemi». Un tempo quelle baracche erano fatte in legno: «Le abbiamo dovute ricostruire perché ce le incendiavano - spiega Aldo - noi non siamo ricchi, veniamo qua per farci la giornata. Ogni tanto recuperiamo 10 euro, altre volte, quando va bene, una cinquantina».
CASA D'APPUNTAMENTI Un po' più in là, se possibile, la situazione peggiora. Dietro la centrale dell'Enel, infatti, inizia una vera e propria discarica abusiva. Difficile, in città, vederne di queste dimensioni. Rifiuti di tutti i generi, soprattutto scarti edili, lungo la strada sterrata. Un camion passa di lì e scarica un po' di roba come se niente fosse. In passato la Forestale ne ha fermati due in flagranza di reato. Si arriva a uno spiazzo dove c'è una casetta. «È di una prostituta che adesso si è ritirata - spiega Giorgio, un pescatore che passa di lì - un tempo ospitava i suoi clienti, ora continua a frequentare la zona per dare da mangiare ai gatti». Poi aggiunge: «Questa discarica è una vergogna, bisogna intervenire per ripulirla. Anche questa è città, non si può lasciar perdere così».
CHI CI VIVE Proseguendo si arriva in riva al mare, dove ci sono baracche in lamiera o legno. Una lunga fila di palafitte in pratica, da alcuni usate come magazzini. Ma per altri sono appartamenti. C'è chi ci vive là dentro. Quando piove viene ammassata l'immondezza per alzare il pavimento in modo da non farsi raggiungere dall'acqua. Ma Francesco, da otto anni residente là, non ha alternative. «Mi sono separato con mia moglie e sono venuto a vivere in questo posto - racconta - sto qua con altri due colleghi, si sopravvive». La sua vita è la pesca: «Qua di fronte c'è una miniera d'oro - dice - e se ci lasciassero liberi di fare il nostro lavoro, ne potrebbero usufruire tutti».
Piercarlo Cicero