Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Protestano gli enti locali «Così scippa i cittadini»

Fonte: Sardegna Quotidiano
20 marzo 2013

COMUNI E PROVINCE

 

La manovra finanziaria 2013 varata dalla giunta Cappellacci scatena la rivolta degli Enti Locali. Una «baggianata », anzi, uno «scippo a danno dei cittadini», sono le reazioni arrivate nell’ordine dall’Ups (Unione province sarde) e dal Cal (Consiglio autonomie locali). La bufera soffia forte, nonostante le province siano ormai state condannate dal referendum del 6 maggio scorso, soprattutto a causa dei 50 milioni di euro probabilmente amputati, senza colpo ferire, al fondo unico degli Enti Locali. E l’ammanco, considerato notevole specie al tempo dell’altra mannaia (il patto di stabilità interno) scatena l’ira di Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari e numero del Cal e di Roberto Deriu, il presidente della provincia nuorese alla guida invece dell’Ups, entrambi del Pd. Così per Garau a pagare il conto della limatura da 50 milioni saranno soprattutto i cittadini prima dei comuni e delle province. «Una scelta irresponsabile, incomprensibile, dettata solo ed esclusivamente dalla necessità di colpire le istituzioni locali privandole delle risorse necessarie», sbotta la fascia tricolore sassarese prima di osservare che «in pratica tagliano coi soldi degli altri». Non solo, la manovra varata da Cappellacci, sempre a sentire il Cal, va contro le richieste degli stessi Enti che volevano: «Un aumento del fondo unico», rivela ancora Ganau, «per compensare gli ingenti tagli dello Stato e soprattutto per continuare a garantire i servizi essenziali». Altro aspetto, non secondario: «La manovra finanziaria è stata varata senza un confronto preventivo con il Cal», denuncia ancora il presidente Ganau, «e ancora una volta ci troviamo nella condizione di esprimere un parere sostanzialmente inutile, visto che il testo sarà modificato nei vari passaggi consiliari e prima dell’approvazione definitiva». E così viene bollato come «gravissimo » non solo il contenuto della manovra finanziaria ma anche il «modus operandi» del governo Cappellacci ter: «È gravissimo non consentire così come avviene in altre regioni, un preventivo confronto con il Cal nella conferenza Regioni ed Enti Locali, soprattutto quando si tratta di provvedimenti importanti come la finanziaria ». È decisamente più diretto Roberto Deriu, a capo dell’Ups, condannata all’estinzione così come le province che ne fanno parte: «È una baggianata », dice senza mezzi termini, «è assente una politica forte in grado di contrastare la crisi. Bisogna, invece, far ripartire la spesa attraverso gli Enti locali. Hanno una burocrazia più veloce e garantiscono la liquidità: la Provincia ha una capacità di spesa quattro volte superiore rispetto alla Regione». L’altra bordata arriva poi sul cosiddetto “reddito di comunità” garantito da Cappellacci a circa diecimila disoccupati sardi: «Si promettono mancette pietose», attacca ancora Deriu, «anziché stimolare la crescita, questa distribuzione a pioggia alimenterà le illusioni di tanti che invece si aspettano di ricevere una “pa - ghetta” per tutta la vita, quando invece durerà solo un anno». Altro punto debole: l’assenza di liquidità, necessaria per le imprese. «Le province vantano crediti nei confronti della Regione per 30 milioni di euro», racconta Deriu, «sono soldi anticipati per l’avvio delle opere. E non avendo le entrate che ci spettano il risultato è che non possiamo più spendere, così i cantieri sono bloccati». Per Deriu, la soluzione proposta dalla Regione «peggiora la situazione», afferma, «si preferisce fare indebitare il segmento degli Enti locali in una spirale viziosa per avvantaggiare le banche. Alla faccia di questo neogrillismo di Cappellacci ». Insomma, a sentire il presidente dell’Ups, l’arrosto contenuto nella manovra finanziaria 2013 è poco, in compenso c’è molto fumo: «Si scelgono sempre grandi interventi con numero tondi, 100 milioni di euro che assomigliano al milione del signor Bonaventura, senza guardare la concretezza » . Francesca Ortalli