Rassegna Stampa

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Chiude persino Benetton, via Manno in agonia: de profundis del commercio

Fonte: web Castedduonline.it
14 marzo 2013

La Confesercenti: subito l'isola pedonale


di  Maurizio Bistrusso
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Giovedì 14 Marzo 2013 | 01:50

Benetton chiude i suoi negozi di via Manno. La crisi del commercio cagliaritano non sembra avere fine. Si spengono le luci delle vetrine di due punti vendita del marchio veneto più famoso nel mondo. Nel centro nevralgico del commercio cagliaritano, da qualche giorno, le serrande sono abbassate e nei  negozi di abbigliamento dedicati ai bambini e agli adulti restano ancora in evidenza le scritte che richiamano gli sconti effettuati durante i saldi e tanti palloncini gialli nelle vetrine che stridono decisamente con l’atmosfera triste e disarmante che circonda i locali sbarrati ai clienti.  La scelta di interrompere l’attività dello storico marchio veneto segue a ruota la chiusura di negozi che hanno fatto la storia del commercio cagliaritano.

Da pochi mesi risultano chiusi, Carieri&Carieri, negozio di abbigliamento maschile, situato a pochi metri dal punto vendita, Benetton Bimbo, all’inizio di via Manno, sulla sinistra della salita che conduce al Bastione di Saint Remy, e  in poco tempo sono usciti di scena anche la gioielleria Laccu, in piazza Costituzione, il negozio di souvenir, La Pavoncella, il punto vendita Samsonite, il negozio di abbigliamento femminile Ypnotic di via Manno e la libreria del Bastione in piazza Costituzione. La crisi ha colpito anche la catena dei negozi di abbigliamento dello spagnolo Zara che ha deciso di chiudere una parte degli spazi dedicati alla vendita nel negozio di via Manno che un tempo ospitava la Upim. Una morte annunciata che conferma il grido d’allarme lanciato, solo pochi mesi fa, dal Presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari, Roberto Bolognese.”La situazione è drammatica e servono iniziative concrete per rilanciare il commercio nel centro storico cagliaritano – dice Bolognese – sono numerosi i negozi che abbassano le saracinesche e decidono di chiudere le attività. L’offerta supera la domanda e la crisi non lascia scampo. Costi di esercizio proibitivi, tasse e vessazioni di ogni tipo non consentono più di sostenere le attività e tenere in piedi i negozi dove solo sollevare la serranda è diventato un costo”.

Una situazione drammatica che riguarda e coinvolge tutti, titolari e dipendenti costretti ad andare a casa senza un lavoro e con la difficoltà di rimettersi in gioco in una situazione economica devastante che non sembra offrire soluzioni immediate nel prossimo futuro. “Avevamo chiesto da tempo ai vari politici che si sono succeduti – spiega Bolognese – che via Garibaldi e  via Manno diventassero delle vere isole pedonali da vivere tutti i giorni con spazi organizzati, una nuova pavimentazione, insegne e tipologie di negozi in linea con le caratteristiche dei palazzi del centro storico, giardini, fiori, fontane , giochi per i bambini e bar e ristoranti con tavolini all’aperto per rilanciare le attività e tutto il comparto commerciale della zona. Abbiamo ricevuto solo promesse ma fino ad oggi nessun fatto concreto. E’ arrivato il momento di decidere cosa fare e risolvere i problemi che da anni attanagliano i commercianti e gli operatori del settore. Siamo  esasperati  da una situazione senza ritorno e quelli ancora in piedi sono rimasti in pochi a resistere per la sopravvivenza”. La crisi non ha risparmiato la via Garibaldi dove si assiste ad una continua alternanza di negozi che aprono e chiudono dopo pochi mesi di attività. Un disastro. Dalla Camera di Commercio ora arrivano 150 mila euro da destinare al settore con un massimo di 6 mila euro  per ogni commerciante o società per contribuire  alle spese  delle imprese che ne faranno richiesta. “Cercheremo di far aumentare i fondi disponibili – conclude Bolognese –su 70 mila iscritti sarebbero solo 25 le attività che potrebbero usufruire del contributo e non sembra che l’intervento si possa considerare risolutivo anche se in questo momento è da considerare comunque utile. Speriamo che sia solo l’inizio di un’inversione di tendenza”.