Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

No al trasferimento, genitori e insegnanti annunciano proteste

Fonte: L'Unione Sarda
11 marzo 2013


SCUOLA. Sant'Alenixedda
 

Vedi la foto
Una decisione arrivata a sorpresa che scontenta tutti: insegnanti, genitori e soprattutto alunni. La delibera regionale con cui si annuncia lo scorporo dal comprensorio scolastico di Santa Caterina della scuola elementare di Sant'Alenixedda in piazza Giovanni XXIII è arrivata sul tavolo della preside Rosa Maria Manca solo il 21 febbraio scorso. Dal prossimo anno, se il documento sarà ratificato, l'istituto passerà sotto la direzione di via Castiglione e centosettanta alunni a settembre non ritroverebbero quindi i loro vecchi insegnanti. Una rivoluzione che i genitori, riunitisi ieri pomeriggio in assemblea, non vogliono accettare. «È un provvedimento per il quale non siamo stati mai interpellati - racconta una mamma - al quale ci opporremo con tutte le forze. Ho scelto appositamente la scuola di Sant'Alenixedda per l'ottima offerta scolastica e invece mia figlia sarà costretta durante l'ultimo anno a dover ripartire da capo con un nuovo insegnante».
La riorganizzazione proposta dalla Regione secondo genitori e personale scolastico non trova giustificazioni. «Da quando nel 2006 ho iniziato questo incarico abbiamo fatto grandi sforzi e siamo diventati un punto di riferimento importante nel panorama scolastico. Ora i progetti didattici si interromperanno e occorreranno anni per riorganizzarne di nuovi - dice amareggiata la preside Manca -: provo un grande dispiacere nel vedere andare in fumo otto anni di duro lavoro».
Al disagio delle famiglie si aggiunge infatti anche quello dei docenti: le nuove destinazioni modificheranno le graduatorie interne e stravolgeranno tante carriere. «La razionalizzazione delle risorse scolastiche non può essere fatta indiscriminatamente», afferma Efisia Fronteddu, rappresentate Cgil scuola. Il neo comitato di protesta per questo motivo è pronto ad azioni estreme: «L'assessore Puggioni ci ha già annunciato l'impossibilità di intervento da parte del Comune - dicono le rappresentanti delle famiglie - ma siamo pronti a rivolgerci direttamente alla Regione per modificare la delibera. Siamo disposti a non far entrare i nostri figlia scuola e se non verremo ascoltati non ci metteremo scrupoli a chiedere il nullaosta per il trasferimento in blocco dei nostri figli nelle sedi di destinazione dei loro insegnanti».
Luca Mascia