Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Un’onda rossoblù: squadra e supporter chiedono lo stadio

Fonte: Sardegna Quotidiano
7 marzo 2013

IL CORTEO

 

 “Aprite le porte, che passano i rossoblù”. Uno dei cori più classici ieri è diventato realtà. Perché sono stati proprio i giocatori del Cagliari a tenere in mano lo striscione che ha aperto la manifestazione “Is Arenas is now”. Ieri in piazza c’erano centinaia di tifosi ma, soprattutto, c’era il Cagliari calcio: tutti i giocatori, dalla prima squadra alle giovanili, e i dipendenti della società di viale La Playa. La situazione che si è creata per gli stadi del Cagliari è così grottesca che ha portato all’inu - suale corteo di una squadra di serie A. L’appuntamento era alle 11 sotto la redazione dell’Unione Sarda, da lì sono usciti i giocatori del Cagliari per la gioia dei tifosi e il corteo, con la squadra in testa, è partito verso le 11.30. Il tempo è stato clemente e, dopo l’ac - quazzone notturno, il sole ha accompagnato l’onda rossoblù. “Burocrazia e inchieste che stanno uccidendo il vero calcio” è uno dei motivi che ha portato un gruppo di tifosi a organizzare la protesta di ieri, un evento che è stato prima sposato e poi monopolizzato dal Cagliari calcio. Perché buona parte dei manifestanti erano proprio gli addetti ai lavori, comprese le famiglie dei mini-giocatori rossoblù. «Il Cagliari ha una casa e non può usarla per tutti è un’ingiustizia, per non parlare di quello che sta passando il presidente - spiega Gianfranco Matteoli - una vergogna che non ha uguali, per questo siamo venuti qui con tutti i trecento ragazzi: vogliamo solo le cose che ci spettano, niente di più». Tanti dei tifosi di una certa età non hanno preso parte alla passeggiata lungo viale Sant’Avendra - ce e viale Trieste, ma alle spalle dei giocatori si sono radunate alcune decine di Sconvolts che hanno animato il corteo.

GLI ATTACCHI A ZEDDA

I cori calcistici erano intervallati da quelli contro sindaco, prefetto e presidente della Regione. Il culmine è stato raggiunto durante la sosta di fronte al Municipio in via Roma. Lì la folla se l’è presa con Massimo Zedda, accusato di occuparsi delle piste ciclabili e non del Cagliari. Tra i tifosi presenti tanti che, a prescindere dalle condizioni dello stadio, non avrebbero mai votato un esponente di Sel, ma anche quelli che si lamentavano di averlo votato e di sentirsi abbandonati perché provati del Cagliari. Perché la manifestazione di ieri era “contro tutti ”, una reazione di pancia (pacifica e colorata) dei tifosi che non sopportano di non vedere il Cagliari. A prescindere dai tanti e complicati motivi che ci sono dietro. L’appunta - mento fisso che, per qualche ora alla settimana, fa passare in secondo piano disoccupazione e tutti gli altri problemi è irrinunciabile. «Speriamo che si possa trovare una soluzione perchè vogliamo giocare in casa - commenta Ivo Pulga - l’importante è che il Cagliari giochi a Cagliari». L’allenamento di ieri è stato una camminata da Santa Gilla a piazza Yenne. Per loro è stato un assedio da parte dei tifosi, ma i rossoblù non si sono mai sottratti alle centinaia di richieste di foto. M.Z.