Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La città non volle morire»

Fonte: L'Unione Sarda
6 marzo 2013


Quei giorni drammatici nel dibattito con immagini e testimonianze

Le bombe del 1943 rievocate dal Rotary club
I bombardamenti che abbatterono Cagliari settant'anni fa sono stati rievocati in un'affollata riunione rotariana nell'hotel Mediterraneo, per iniziativa del Rotary Club Cagliari che ha organizzato una serata assieme agli altri quattro club della città e da quello di Quartu. Vi hanno partecipato le più alte autorità civili, della magistratura, dell'avvocatura, dell'Università e delle forze armate, oltre ai giovani del Rotaract e dell'Interact, i rappresentanti dei Lions Club e dell'Inner Wheel, gli studenti stranieri che sono ospiti nell'ambito dei programmi rotariani di scambio-giovani e altri ospiti.
Il sindaco Massimo Zedda ha rappresentato il lutto dei cagliaritani, ricordando la medaglia d'oro al valor militare che fu attribuita alla città, parlando della ricostruzione del dopoguerra e auspicando che le nuove e future generazioni non debbano mai conoscere analoghe tragedie né alcun conflitto armato.
La serata commemorativa - Cagliari, la città che non volle morire - è stata incentrata sulla proiezione di due filmati storici (le condizioni disastrose di quartieri e monumenti documentate nel febbraio del 1943 dal cineamatore Virgilio Falchi e la mesta processione del primo maggio ripresa da Marino Cao) e di un'altrettanto emozionante serie di fotografie della collezione Cosentino. Le immagini sono state accompagnate dal pianoforte di Elisabetta Steri e Giuseppe Maggiolo Novella, dalla chitarra classica di Luigi Puddu, dal complesso “Cuncordia a launeddas” guidato da Giampaolo Lallai e da testimonianze di Francesco Alziator, Antonio Ballero e Francesco Cocco Ortu (lette da i rotariani Antonella Sarais, Alberto Desogus, Francesca Fiorilla e Giovanni Cocco Ortu).
Le vicende di quell'anno drammatico sono state rievocate da un testimone allora adolescente, il magistrato Marcello Marchi: la guerra nel Mediterraneo, le strategie e le azioni dei governi in conflitto, i ripetuti attacchi alla città, le distruzioni, i morti, il dolore, l'avvilimento, la paura, lo sfollamento e quindi il coraggioso ritorno alla vita di una città gravemente ferita che non volle morire» quando già si prospettava di trasferire il suo ruolo di capitale della Sardegna. «Le difficoltà vennero superate e la nostra Cagliari iniziò allora il cammino della rinascita».
A evidenziare le atrocità della guerra, il presidente del Rotary Club Cagliari, Mauro Manunza, che ha richiamato l'attenzione di una fotografia pubblicata su un giornale statunitense 70 anni fa: mostra un bombardiere diretto a colpire Cagliari, con il suo comandante che firma una grossa bomba sotto la scritta “Questa è per la tua casa”. La lotta armata fa perdere il senso di umanità, rende gli uomini insensibili e impietosi, coinvolge le popolazioni civili inermi e indifese. Con l'assemblea di commemorazione i rotariani hanno inteso sottolineare il loro spirito di costruttori di pace e solidarietà che anima il milione e 250 mila soci sparsi in tutto il mondo.