Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Grillo primo partito nell'Isola Senato, vince il centrosinistra

Fonte: L'Unione Sarda
26 febbraio 2013


Se ieri si fosse eletto il governatore sardo, sarebbe un grillino. Almeno con i risultati della Camera, dove votano anche i 18-25enni, come alle Regionali. Il Movimento 5 Stelle non è solo il primo partito dell'Isola, ma addirittura batte da solo i due grandi poli, superando sul traguardo il centrosinistra. Pd e alleati invece prevalgono al Senato, conquistando così il premio di maggioranza (assegnato su base regionale e non nazionale come per Montecitorio). Ma non c'è dubbio che anche in Sardegna il vincitore delle Politiche sia Beppe Grillo.
Certo, la trasposizione dalle Politiche alle Regionali è solo un gioco arbitrario: quando si tratterà di scegliere il nuovo presidente i partiti saranno aggregati diversamente, e avranno un peso i nomi dei candidati. Resta però clamoroso il risultato della Camera, maturato a tarda sera dopo che per molte ore il centrosinistra era rimasto la coalizione più votata: 5 Stelle raggiunge il 29,68% (oltre 4 punti meglio della media nazionale), l'alleanza Pd-Sel-Centro democratico si ferma al 29,43. Un distacco di appena 2.300 voti, ma mettere la testa davanti è un colpo psicologico terribile per tutti gli altri. Più lontano il centrodestra, che non va oltre il 23,67.
 

DEPUTATI E SENATORI Nel conto degli eletti restano comunque avanti i democratici, che conquistano sicuramente quattro senatori cui dovrebbero aggiungersi otto deputati. Il condizionale, per i nomi della Camera, è legato alla distribuzione nazionale dei seggi, che potrebbe comportare qualche sorpresa. Invece per Palazzo Madama contano solo i risultati sardi.
Al partito di Grillo andrebbero quattro deputati, oltre a due senatori. Tre seggi a Montecitorio e uno a Palazzo Madama per il Pdl, uno più uno per Sel, un deputato per Scelta civica.
 

ESCLUSI ILLUSTRI Se tutto sarà confermato, resteranno fuori nomi eccellenti come il coordinatore regionale del Pdl e deputato uscente Settimo Nizzi, primo dei non eletti alla Camera. Al Senato invece l'unico seggio del Pdl (immaginando che Silvio Berlusconi, capolista in tutta Italia, opti per un'altra regione) sarà dell'ex sindaco di Cagliari Emilio Floris; chi resterà sicuramente a casa è un altro uscente gallurese, Fedele Sanciu.
Fa rumore anche l'esclusione dell'ex direttore del Tempo Mario Sechi, capolista di Scelta civica al Senato, e di Giorgio Oppi, numero uno Udc alla Camera (a meno che per quest'ultimo non scatti a sorpresa un “resto” valido dalla distribuzione nazionale dei pochi seggi che spettano a Casini). Più nella logica la mancata elezione di Paolo Fadda, quinto per il Pd al Senato: solo un successone del suo partito avrebbe tolto il posto a Luciano Uras di Sel. Nel Pd stesso discorso, alla Camera, per Gavino Manca.
 

LA CAMERA Il sorpasso di Grillo a Montecitorio toglie al centrosinistra la gioia per aver staccato nettamente (quasi 6 punti percentuali) Pdl e soci. Rispetto al 2008, quando nell'Isola aveva ottenuto il 43,07%, per il centrodestra è un pesante crollo; ma non può sorridere neppure il centrosinistra, che cinque anni fa aveva raggiunto il 40,18.
Staccatissima la coalizione di Mario Monti, al 9,42. Dovrebbe eleggere solo il capolista di Scelta civica alla Camera, Pierpaolo Vargiu. Dopo i montiani, il diluvio. Nessuna speranza per i candidati di Rivoluzione civile (l'area guidata da Antonio Ingroia non supera il 2,78%), seguita dalle tre forze dichiaratamente indipendentiste: la più votata è il Psd'Az, che centra il 2% netto, mentre Indipendenza per la Sardegna-Soberania di Bustianu Cumpostu vince di poco il derby con Meris di Doddore Meloni (0,82 contro 0,63). Le ultime cinque liste strappano percentuali irrilevanti.
 

IL SENATO Numeri un po' diversi per l'altra camera: M5S si conferma il primo partito, col 28,73% davanti al 27,48 del Pd, però il centrosinistra (grazie al 3,6 di Sel e lo 0,63 del Centro democratico) resta complessivamente avanti di tre punti. Il centrodestra è al 25,48, col Pdl un pelo sotto il 22% netto e i suoi tanti alleati che si spartiscono briciole: solo Fratelli d'Italia arriva a un 1,66 non strepitoso, gli altri faticano ad avvicinarsi al mezzo punto.
La lista Monti non supera il 6,55, seguita anche in questo caso da Rivoluzione civile (2,27), dal trittico indipendentista (con risultati non troppo dissimili rispetto alla Camera) e poi dalla Base, il movimento fondato da Efisio Arbau che si presentava solo al Senato: ma centra appena lo 0,39%, poco più di tremila voti.
 

LE PROVINCE Analizzando il risultato dei principali concorrenti nei vari territori, il centrodestra alla Camera vince solo in Gallura (davanti a M5S) mentre in tutte le altre province si piazza terzo. Grillo vince a Cagliari, Oristano e Carbonia-Iglesias, il centrosinistra nelle restanti quattro (Sassari, Nuoro, Medio Campidano e Ogliastra).
La coalizione di Bersani va un po' meglio al Senato e si aggiudica cinque territori (gli stessi della Camera più Oristano). Invece Grillo si conferma a Cagliari e nel Sulcis e il centrodestra in Gallura. La coalizione di Mario Monti è al quarto posto in tutte le otto province, sia alla Camera che al Senato.
 

GIUNTA AZZERATA «Abbiamo i numeri per governare la Regione anche dopo le Politiche», commenta il presidente Ugo Cappellacci, «se guardiamo la somma dei partiti che appartengono alla coalizione di governo». Ma intanto si rafforzano le voci che attribuiscono al governatore l'intenzione di azzerare la Giunta, anche perché potrebbero uscirne gli assessori candidati: Giorgio La Spisa (Bilancio), Antonello Liori (Lavoro) e Sergio Milia (Istruzione). Pare che il ritiro di tutte le deleghe possa avvenire già venerdì 1 marzo, ma Cappellacci conterebbe di ripresentare nel giro di pochi giorni (forse già il lunedì successivo) i nuovi nomi. Qualcuno ipotizza una «Giunta del presidente», ma bisognerà vedere che cosa ne pensano gli alleati.
Giuseppe Meloni