Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Villa Asquer Il Conte Rosso felice a metà

Fonte: Sardegna Quotidiano
22 febbraio 2013

 

 DISCENDENTI La nipote del vecchio proprietario sulla sistemazione dei nomadi a casa di zio Giuseppe: «Viveva per gli altri, approverebbe. Ma il patto era che ospitasse gli studenti poveri»

Il Conte Rosso sorride giocondo, oppure è un rivoltoso nella tomba col sangue che bolle. D’altronde discendeva da “leoni rampanti che perseguivano vittorie”. Alla fine solo lui scomparso dal mondo intero una sessantina di anni fa, potrebbe pronunciarsi sulla Villa Asquer e sul suo giardino con piante africane ormai sommerso di erbacce. «Cosa direbbe sui nomadi nella sua vecchia casa? Mio zio Giuseppe - racconta Francesca - viveva per i poveri e per le persone bisognose». Quindi probabilmente oggi ,sarebbe più orgoglioso che mai di dare un tetto ai rom e far pulsare Villa Asquer di generosità. «Negli anni cinquanta non c’era la globalizzazione e non c’erano tanti altri dibattiti sociali come ai giorni nostri, e dico che probabilmente sarebbe contento di sapere che la Villa venga utilizzata per un qualsiasi motivo di bene finalizzato agli altri». C’è solo un però, scevro di giudizi ma che chiama in ballo l’onore di una stretta di mano, la volontà di chi è passato a miglior vita. «Ovviamente è capitato di parlare tra gli Asquer di ciò che sta avvenendo in questi giorni - continua la nipote - e tutti siamo d’accordo su un punto, che la volontà di mio zio sul documento del lascito della villa debba essere rispettata». Si legge nello specifico che la Villa Asquer veniva donata alla Regione (insieme a una serie di terreni e meravigliosi gioielli di altri tempi della bella moglie del Conte, Amelia Gallina) per gli studenti poveri meritevoli. «Era consapevole allora dell’esistenza di tanti ragazzi poco facoltosi ma con la voglia di un riscatto nella vita e di darsi da fare con gli studi. Oggi crediamo che ci siano ancora tanti ragazzi così, quindi ci chiediamo perché non venga rispettato il “patto” della donazione, ma ce lo chiediamo da tempo a prescindere dalle ultime vicende». Solo per un certo periodo nella Villa dell’avvocato Giuseppe sono sorti gli uffici Erasmus dell’università. «Poi l’allora rettore Mistretta ha riportato tutto a Castello e la Villa da allora è abbandonata a se stessa, è andata in mano agli abusivi e ai tossicodipendenti». La Regione l’ha affidata al Comune che a sua volta l’ha data alla Caritas e da qui il Conte Rosso dall’alto ha ben sperato che fosse realizzata la sua volontà. «Invece così non è andata finora, ed è un vero peccato perché Cagliari ha bisogno di posti come questi. Sono felice ad esempio sia stata recuperata Villa Tuili, per noi era una spesa esagerata. Ora lì è sorto un museo ed è motivo di soddisfazione per tutta la famiglia». Quindi Villa Asquer, «tra l’altro ristrutturata tempo fa con soldi pubblici» per ora lascia dubbioso e tentennante zio Giuseppe. Che dall’alto per ora vede giocare a pallone la famiglia di rom in giardino. Chissà da vicepresidente regionale, lui, cosa avrebbe fatto. Per ora Don Marco Lai ce la sta mettendo tutta. Sfrattati a parte, gli toccherà anche ascoltare chi non c’è più. Virginia Saba