Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Poetto L’incubo dell’amianto non è finito

Fonte: Sardegna Quotidiano
21 febbraio 2013

Poetto

numeri

400 I chili di amianto raccolti dall’impresa nel primo lotto del cantiere per la pulizia, tra la quarta e la quinta fermata.

3 I lotti nei quali era stata divisa la spiaggia per consentire l’intervento di rimozione dell’eternit.

COMUNE Conclusi i lavori della commissione d’inchiesta: relazione secretata ma filtrano le prime indiscrezioni

 

IL VERDETTO L’intervento dell’estate scorsa non avrebbe risolto il problema: possibile una nuova chiusura dell’arenile

L’incubo dell’amianto al Poetto non è finito. Le risoluzione della commissione d’inchiesta, istituita in consiglio comunale, è ancora coperta dal segreto. Ma le indiscrezioni che filtrano sul documento votato dai componenti non lasciano ben sperare: è necessario un altro intervento sulla spiaggia. Non è stato risolutivo quello effettuato l’estate scorsa, nel pieno della stagione balneare, per consentire la rimozione dei quintali di eternit eredità dei casotti abbattuti nel 1986. E se le voci di corridoio dovessero essere confermate il rischio, con elevata probabilità, è che l’areni - le debba essere richiuso. Così all’ombra della Sella del Diavolo, mentre ancora si cerca di capire quale sia il destino dei chioschi, potrebbero tornare le transenne e i cartelli di divieto d’accesso.

L’ALLARME DELL’ESTATE 2012 Tutta la vicenda parte da un esposto. Un frequentatore della spiaggia presenta una denuncia perché, passeggiando sulla sabbia, ha trovato numerosi frammenti del cemento killer. Pezzi di varie dimensioni ai quali i cagliaritani avevano fatto l’abitudine. Sottovalutandone però la pericolosità: l’eternit è fuorilegge, l’inalazione delle polveri provoca malattie mortali. E lo sa bene chi decide di rivolgersi alle autorità. Il Comune viene informato della denuncia e si decide per l’intervento di bonifica. Viene bandita una gara, in tutta fretta, e le squadre dell’impresa entrano a metà giugno. Il Poetto, dalla quarta fermata all’ospedale Marino, viene diviso in tre parti: tre lotti che, mentre la pulizia è in atto, vengono dichiarati off limits. I chioschi, che erano stati realizzati tutti uguali solo qualche mese prima, devono smontare tutte le pedane. Così anche gli stabilimenti balneari delle cooperative. Il traffico, nelle strade circostanti, viene vietato. In spiaggia possono mettere piede solo gli operai, intabarrati in tute bianche e protetti da mascherine. Nonostante la mazzata tutti, gestori delle attività commerciali e bagnanti, sembrano accettare il disagio. Con l’amianto non si scherza. Si muove anche la Procura, che apre un’inchiesta e l’affida al Noe: c’è da capire perché l’eternit sia rimasto in riva al mare. Quando i casotti sono stati smontati era già considerato fuorilegge e da smaltire seguendo procedure rigorose, per la tutela della salute pubblica.

LA COMMISSIONE D’INCHIESTA Le stesse domande vengono poste in consiglio comunale. A palazzo Bacaredda arriva la proposta del capogruppo del Pdl, Giuseppe Farris, per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla vicenda, che dovrà anche monitorare l’andamento dei lavori e i risultati dei cantieri per la pulizia. Il consiglio dà il via libera ad agosto e la presidenza va a Farris. Alla fine dell’estate il problema sembra essere dimenticato. Passano i mesi, e la commissione continua a lavorare. Fino a ieri, quando è stata votata la relazione conclusiva. Dalla quale emergerebbero molte preoccupazioni. Sull’arenile c’è ancora amianto. Tutto da rifare? E. F.

CHIOSCHI ATTESA PER LA DECISIONE

Il verdetto non è ancora arrivato, sul futuro immediato dei chioschi non c’è nessuna certezza. Gli uffici dell’assessorato comunale all’Ur - banistica stanno ancora valutando gli effetti del decreto arrivato dagli omologhi uffici della Regione, firmato da Nicola Rassu. Il presidente della Regione Ugo Cappellacci, il giorno dell’emenazione del provvedimento, aveva detto: ecco la salvezza per i baretti del Poetto, adesso tocca al Comune. In aula l’assessore Paolo Frau aveva ribattuto: ci sono delle novità, perché la stagionalità delle strutture adesso è definita temporalmente. Ma restano le perplessità, soprattutto per il passato. le strutture dovevano essere smantelate l’ultimo giorno di ottobre ma sono rimaste in piedi. Nel frattempo la Procura non ha fermato gli accertamenti, perché i chioschi, scaduto il termine, sono abusivi. E in caso di accelerata da parte del pm in blico sarebbero anche le concessioni dei titolari. Una situazione ingarbugliata, che potrebbe essere sciolta già oggi. In un modo, salvezza, o nell’altro: ordine di demolizione.