Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Libersind: «Zedda e la Crivellenti affossano il teatro»

Fonte: La Nuova Sardegna
21 febbraio 2013

vertenza lirico
 

CAGLIARI. Un’anarchia premeditata regna al teatro lirico da quando si è insediato il signor Zedda quale presidente, un'anarchia funzionale al totale affossamento del teatro: lo afferma la Libersind....




CAGLIARI. Un’anarchia premeditata regna al teatro lirico da quando si è insediato il signor Zedda quale presidente, un'anarchia funzionale al totale affossamento del teatro: lo afferma la Libersind. Secondo il sindacato che rappresenta gli orchestrali: «Invece di considerare la fondazione quale fonte generatrice di ricchezza, di profitto e fonte di reddito per oltre trecento famiglie, la si valuta "una fabbrica di sogni e un incubo per i finanziamenti"come ha affermato Luciano Uras, consigliere regionale Sel. Abbia Uras la pudicizia di ricercare le cause di questo sfacelo nell'insipienza, negli sperperi e nell'incapacità della politica, o meglio, di alcuni uomini politici. I lavoratori di questa fondazione hanno visto decurtato il loro salario, già il più basso tra i teatri italiani, del 22%. Immaginiamo che anche la retribuzione del signor Uras abbia subito una pari riduzione». Prosegue la nota: «La situazione lavorativa all'interno dell'azienda rispecchia a pieno la volontà e i propositi del nostro presidente: immobilismo totale. L'insediamento della signora Crivellenti, peraltro disconosciuto dal Mibac, avrebbe dovuto portare una ventata di freschezza, nuove idee, un "new deal". Ebbene, è accaduto l'esatto contrario: sono trascorsi oramai due mesi dall'assunzione del nuovo dirigente e nulla è stato fatto per fermare il declino inarrestabile del teatro. A marzo dovrebbe iniziare la stagione lirica e non sono ancora stati fatti i contratti ad artisti e direttori, i dipendenti non sanno quale sarà la programmazione e dal prossimo mese, lo stipendio dei lavoratori è stato tagliato del 22% e né Zedda né la signora Crivellenti si sono disturbati a comunicare quali siano le basi giuridiche sulle quali poggia tale decurtazione».