Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Scandalo dell’anfiteatro: lo gestiva anche il Comune

Fonte: La Nuova Sardegna
7 febbraio 2013

 

Sfilano i testi della difesa al processo in tribunale contro i fratelli Palmas La dirigente regionale: «Per noi il doppio uso delle fatture non è irregolare»





CAGLIARI. La doppia fatturazione delle spese per realizzare gli spettacoli musicali è regolare, almeno per quanto riguarda la Regione. L’anfiteatro veniva gestito in concessione da Sardegna Concerti ma era il Comune e non gli imprenditori privati a tenere il calendario-programma delle serate. La sfilata dei testimoni davanti ai giudici del tribunale ha portato qualche punto alla difesa di Massimo Palmas imputato di peculato, due abusi d’ufficio, sei fatti di truffa, due falsi in atti pubblici e appropriazione indebita con l’amministratrice Maria Gabriella Manca, che risponde di peculato, due abusi d’ufficio, due truffe e appropriazione indebita.

Ieri erano in aula anche la funzionaria Luisa Lallai, accusata del solo peculato e Michele Palmas, accusato di abuso d’ufficio, appropriazione indebita e truffa. E’ stata Laura Corda, dirigente del servizio spettacolo e sport della Regione, a rispondere per prima alle domande degli avvocati Michele Schirò e Dora Magliona, chiarendo la questione delle fatture che i Palmas hanno portato a diversi enti pubblici a giustificazione dei costi, per incassare i contributi: «La Regione - ha spiegato ai giudici la dirigente - contribuisce per il sessanta per cento alle spese degli eventi, quindi è possibile che le fatture possano essere presentate anche ad altri enti». Il direttore di produzione del teatro lirico Marco Maimeri ha spiegato al tribunale presieduto da Mauro Grandesso che negli anni 2005-2007 la gestione dell’anfiteatro era ormai per la Fondazione un costo inutile: «Pagavamo le rette e basta - ha detto Maimeri - le perdite oscillavano tra i 120 e i 200 mila euro all’anno, alla fine abbiamo anche smesso di dare assistenza tecnica e si è deciso di restituire l’arena al Comune». E’ in quella fase che subentra Sardegna Concerti, che per l’accusa monopolizza uno spazio ottenuto senza alcuna selezione pubblica.

Il funzionario comunale Nicola Mameli ha chiarito che chiunque volesse utilizzare l’anfiteatro «doveva comunque fare domanda al Comune» che teneva conto del calendario e delle date stabilite dai diversi organizzatori. Secondo Mameli «anche Sardinia jazz doveva fare domanda, poi sulle date in genere si mettevano d’accordo loro, gli organizzatori, altrimenti prevaleva chi l’aveva presentata prima». Mauro Martinez, fornitore di servizi allo spettacolo con la società Stand Up, ha confermato come alcune attrezzature di prprietà pubblica, usate all’anfiteatro, siano state utilizzate anche per spettacoli organizzati da Sardegna Concerti ad Alghero: «Parliamo di una scrivania e di qualche sedia - ha precisato Martinez al pm Caria - un fatto irrisorio, sarebbe come il cacciavite per un elettricista».

Roberto Massa di S&M ha confermato che il contratto per le serate all’anfiteatro «si firmava con la società dei Palmas» mentre la musicista Elena Ledda ha ricordato di aver registrato - come sostiene l’accusa - un inno per il Cagliari calcio nello studio di via Lanusei, per l’accusa a spese pubbliche, con mezzi privati per la difesa. Il pubblico ministero è intervenuto più volte negli esami dei testi, per precisare alcuni aspetti e chiedere conferme delle dichiarazioni agli atti del procedimento.

Il dibattimento andrà avanti il 9 aprile alle 10.30: in programma l’esame di altri undici testimoni, tre per i Palmas e otto per la funzionaria Lallai, difesa da Patrizio Rovelli. Poi sarà la volta degli imputati: Massimo Palmas dovrebbe rispondere alle domande del pm, il fratello Michele farà solo dichiarazioni spontanee, gli altri imputati decideranno probabilmente nella fase finale del dibattimento. (m.l)