Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Su Stangioni, i costruttori frenano

Fonte: La Nuova Sardegna
7 febbraio 2013


 

Il presidente regionale dell’Ance, Maurizio De Pascale: «Per la città forse è meglio una riqualificazione dell’esistente»





di Stefano Ambu

CAGLIARI. Cemento verde a Su Stangioni: un quartiere attento all'ecologia da tremila abitanti in una delle poche aree ancora edificabili a Cagliari. Ma ognuno la pensa a modo suo: c'é chi vorrebbe accelerare, c'é chi mette dubbi e c'é chi dice no. Persino l'associazione costruttori frena. Uno pensa: figuriamoci se in un periodo di crisi per l'edilizia gli imprenditori del settore non si buttano sul progetto. E invece no, non é proprio così: «Per Cagliari – questo il commento del presidente regionale dell'Ance Maurizio De Pascale interpellato ieri sul tema durante la presentazione del rapporto 2012 sull'edilizia – forse é meglio una riqualificazione dell'esistente, preferibilmente di intere zone. E poi Su Stangioni é un'area che spesso é stata soggetta ad allagamenti: sarebbe opportuno monitorare il rischio idrogeologico». Dopo sette anni dalla presentazione delle prime simulazioni sul computer, improvvisamente Su Stangioni diventa tema caldo. Nel frattempo proprio ieri mattina è stata depositata un'interrogazione al sindaco Massimo Zedda e all'assessore all'Urbanistica Paolo Frau. Tra i firmatari anche il presidente della commissione Urbanistica Andrea Scano. La domanda, in sintesi, è: a che punto siamo? Scano, si ricorderà, anche ai tempi della giunta Floris si era battuto parecchio per il progetto. Che potrebbe diventare, secondo molti, il toccasana per fermare la fuga dei residenti dalla città. Tredicimila negli ultimi dieci anni. Chissà: tremila di loro potrebbero decidere di tornare a casa scegliendo Su Stangioni, un quartiere test per provare vivere la cittá in maniera diversa con laghetti, percorsi pedonali. C'é da tenere in considerazione anche il parere degli ambientalisti. Il Gruppo d'intervento giuridico, tanto per cominciare, puntualizza: l’autorizzazione definitiva è in ogni caso vincolata agli eventuali esiti positivi del procedimento di valutazione ambientale strategica del procedimento di valutazione di impatto ambientale. Due sigle, Vas e Via, che almeno per i tempi fanno pensare che il via (libera) ai lavori non sia proprio dietro l'angolo. Poi ci sono le valutazioni. Primo, le case, se si fanno, non é detto che si vendano: il passato- spiegano gli ecologisti- può insegnare molte cose. «Cagliari non ha bisogno di nuovo cemento – si legge in una nota firmata da Stefano Deliperi – ha bisogno di case ristrutturate e di case a prezzi (acquisto, locazione) accessibili. Cagliari ha bisogno di un serio e realizzabile piano di housing sociale, di una politica di incentivi per la ristrutturazione degli immobili e la dotazione ove possibile di impianti di produzione di energia da fonti alternative (pannelli fotovoltaici in particolare), di una politica di miglioramento qualitativo e incremento del verde pubblico, di un efficace accesso ai fondi comunitari per la riqualificazione delle aree urbane». L'invito sembra essere quello di valutare alternative. «Cagliari ha soprattutto bisogno, finalmente, della revisione del Puc. alla luce del piano paesaggistico regionale – Ppr. (fondamentale passaggio anche per la soluzione virtuosa della vicenda del Colle di Tuvixeddu), come previsto dalla legge e imposto dal buon senso, e, conseguentemente, della rivisitazione e approvazione definitiva del piano attuativo del centro storico (“piano particolareggiato del centro storico – zona A del Comune di Cagliari e della Municipalità di Pirri”)». La domanda finale é sempre la stessa: Che cosa vogliono fare il sindaco, la giunta e la maggioranza?