Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Lite sulla salva-chioschi il Comune insiste: tutti giù

Fonte: Sardegna Quotidiano
5 febbraio 2013

POETTO

SPIAGGIA Proposta di legge di Pd e Sel per evitare la demolizione La Regione: inutile, abbattimento non necessario. Ma il municipio scrive ai gestori: «A che punto siete con lo smantellamento?»

Condannati senza appello. Per i chioschi si avvicina la nuova demolizione. Anche le proposte dell’ultimo minuto non sembrano percorribili. L’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Frau rivela che dagli uffici del Comune è partita una lettera che chiede conto ai gestori sull’avanzamento dello stato dei lavori necessari per la rimozione delle strutture. «Il rischio è che prima del Comune - spiega Frau - possa arrivare la Capitaneria». Il centrosinistra in Consiglio regionale tenta un’ultima carta disperata, subito scartata da Cappellacci perché “super - flua”. Ieri mattina Pd e Sel hanno presentato una proposta di legge salva-baretti. Un provvedimento che si basa su un unico articolo: una proroga delle concessioni demaniali fino al 2015 valida per i Comuni che hanno già messo in moto la macchina amministrativa per adeguare il Puc (piano urbanistico comunale) al Ppr (piano paesaggistico regionale) e predisposto il Pul (Piano Utilizzo dei litorali). La proroga comprende anche le autorizzazioni paesaggistiche ed edilizie relative ai chioschetti o più in generale alle “strutture amovibili funzionali fruizione turistica dei litorali ”. Non solo: si può applicare anche “in deroga agli strumenti urbanistici vigenti e fino all’approvazione dei nuovi Pul entro il 31 dicembre del 2015”. Insomma l’uovo di Colombo che eviterebbe, almeno sulla carta, lo smontaggio dei baretti. «È una legge che facciamo per un atto di giustizia - spiega Luciano Uras di Sel - su questo argomento non si giochi al massacro e, visto che la Regione ha modificato le linee guida del Piano paesaggistico regionale e del Piano di utilizzo dei litorali, si approvino tutti gli atti conseguenti per salvare i baretti». Il consigliere Pd Chicco Porcu la definisce una «proposta di buon senso, perché non vogliamo fare polemiche ma offrire delle soluzioni in un momento in cui il quadro normativo evolve e si è in ritardo nella pianificazione». Ma la Regione, che ha già contestato al Comune di non voler seguire la normativa vigente permettendo ai gestori di non smontare i baretti, ribadisce la sua linea: «La questione relativa ai chioschi può esser risolta con gli strumenti offerti dalle norme vigenti nella loro formulazione attuale», commenta il portavoce di Cappellacci Alessandro Serra. «Il Comune, se intende salvare i chioschi, potrebbe già legittimamente utilizzare gli strumenti paesaggistici ed urbanistici in suo possesso, che fanno riferimento all’autorizzazione di strutture precarie e temporanee e che permetterebbero di evitare la rimozione ed il successivo riposizionamento dei manufatti nel lasso di poche settimane ». Quanto poi alle concessioni demaniali Serra lancia l’affondo: «Le norme nazionali, prevedevano già la proroga fino al 2015, e oggi sino al 2020. Poiché inspiegabilmente il Comune ancora non ha provveduto in tal senso l’assessore Rassu ha già sollecitato due volte l'amministrazione del capoluogo ad adempiere al dettato normativo». La proposta del centrosinistra viene così rispedita al mittente da Cappellacci. «Noi abbiamo fiducia che questa non sia la posizione di tutti i gruppi politici presenti in Consiglio regionale e che ci siano le condizioni per dare seguito alla nostra proposta - commenta Luciano Uras - purtroppo il presidente Cappellacci preferisce la polemica ad una soluzione trasparente di un problema reale che, giustamente, il sindaco di Cagliari ha posto all'attenzione della comunità politica regionale » . Ma la strada indicata da Pd e Sel (partito del sindaco Massimo Zedda) non soddisfa neanche l’assessore comunale Frau. «Non sarebbe una soluzione. Si parte dalle autorizzazioni paesaggistiche e poi si fa il salto su quelle urbanistiche - commenta - invece bisogna precisare che il vincolo è di tipo urbanistico: il problema sta lì». Frau sulla condotta indicata dal presidente della Regione è categorico. «Hanno indicato delle norme che interpretano in maniera estensiva le volumetrie. Queste non sono applicabili, sia per le diverse sentenze della magistratura e soprattutto per l’inchiesta della procura cagliaritana». L’esponente della giunta Zedda ripercorre le ultime tappe dell’intricata vicenda. «I nostri uffici hanno esaminato l’ipotesi indicata dalla Regione, ma non può essere utilizzata - spiega Frau - non è una soluzione accettabile perché mettiamo a rischio la possibilità di dare le concessioni ai gestori dei chioschetti». Quindi le strutture sulla spiaggia dei Centomila «devono essere smontate perché è vietato realizzare volumetrie sulla spiaggia, fino a quando l’iter di approvazione del Pul non verrà completato ». In pratica, secondo Frau, allo strato attuale «i chioschi non sono legittimi e per ora non c’è la possibilità di sanare l’abuso». E avverte: «Gli uffici comunali avevano già avviato la procedura per la revoca delle concessioni demaniali. La pratica è stata sospesa dopo l’impegno preso dai gestori sulla rimozione delle strutture». I chioschi vanno smantellati di nuovo. «Il passaggio è doloroso ma necessario».

Francesca Ortalli

 I SERVIZI

ASSENTI ANCHE QUELLI IGIENICI PER I FREQUENTATORI DEL LITORALE

Baretti recintati col classico nastro bianco-rosso da mesi. In attesa di capire di che morte debbano morire, però, sula spiaggia c’è un altro problema “impellente ”: i frequentatori, che sono pochi solo in queste giornate di brutto tempo, non possono contare nemmeno sulla possibilità di poter usare un bagno pubblico. Sono tutti chiusi e hanno funzionato a singhiozzo anche durante la stagione balneare. In attesa di vedere la rinascita dei servizi in spiaggia, nel rigoroso rispetto delle norme urbanistiche e paesistiche, resta comunque lassenza di un servizio del quale si dovrebbe godere in ogni caso: il servizio igienico.

 LE PROTESTE

EMERSON E IGUANA, DUE CASI A PARTE ”LE PALMETTE” È INVECE SPARITO LO SCORSO OTTOBRE

Qui si fanno figli e figliastri: è una delle accuse che i gestori dei baretti rivolgono alle istituzioni. Perché mentre sono nell’occhio del ciclone coloro che avevano accettato di smontare e ricostruire, continuano a rimanere in piedi alcune strutture, come l’Emerson e l’Iguana. I proprietari hanno dalla loro delle sentenze che legittimano il fatto che restino in piedi. Le stesse che era convinto di avere il titolare delle Palmette: ma il noto chiosco della prima fermata è sparito dall’orizzonte lo scorso ottobre