Rassegna Stampa

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Diminuiscono gli incidenti stradali in città, ma sono gli uomini il vero pericolo al volante

Fonte: web cagliaripad.it
5 febbraio 2013

 


Secondo il rapporto annuale della Polizia municipale sono poche le donne protagoniste di sinistri, ma occhio alle quarantenni. Aumentano i veicoli senza assicurazione fermati. Ecco tutti i numeri e le strade più pericolose del capoluogo
 

Carlo Poddighe,
c.poddighe@cagliaripad.it
 

Diminuiscono gli incidenti stradali in città, ma sono gli uomini il vero pericolo al volante. La maggior parte dei sinistri vede un maschio come protagonista negativo. Sono senz’altro più numerosi gli uomini alla guida, rispetto alle donne, ma il fatto che due terzi degli incidenti siano causati da maschi è un dato forte e che sfata uno degli adagi più comuni.

La prova è contenuta nello “Studio infortunistico relativo ai sinistri stradali verificatisi nel centro urbano”: il rapporto annuale della Polizia municipale di Cagliari, relativo al 2012 e aggiornato al 14 novembre, presentato oggi in commissione Trasporti.

I numeri. Sono stati 1.205 gli incidenti stradali avvenuti lo scorso anno. Di questi 5 i mortali e 521 hanno causato ferite più o meno gravi alle persone coinvolte. 2.121 i mezzi coinvolti, soprattutto auto (1.750) e moto (191).

Calo degli incidenti. Erano circa 1.800 i sinistri avvenuti nel 2011, quindi il calo, anche con i dati parziali della Municipale, è nell’ordine del 20/25 per cento. “Merito della politica del Comune”, è la prima analisi di Guido Portoghese, presidente commissione Trasporti. “L’autovelox sull’Asse mediano e le piste ciclabili nel centro, che impediscono il parcheggio in doppia fila, hanno evitato che le vie di Cagliari si trasformassero in autostrade su cui correre veloci come in passato. Inoltre – ammette Portoghese – la crisi economica ha fatto diminuire sensibilmente il numero di auto che circolano nel capoluogo”.

I mesi a rischio. I periodi in cui ci sono stati più incidenti è l’inizio dell’anno. I mesi di gennaio e febbraio in particolare. Determinante quindi il cattivo tempo e la poca prudenza dei guidatori in caso di pioggia. Ma gli incidenti mortali si sono verificati, soprattutto, nella seconda metà dell’anno, con i mesi da agosto a novembre che hanno visto un morto ogni 30 giorni. La mattina e il primo pomeriggio sono le fasce orarie più pericolose per mettersi alla guida: la metà dei sinistri si è verificata dalle nove alle 15.

Donna al volante. A smentire il detto che le donne siano pericolose alla guida arriva il rapporto della Municipale. Solo un terzo delle persone coinvolte in sinistri appartiene al gentil sesso (476) mentre la maggior parte degli incidenti ha visto protagonista un conducente maschio (1.118). Per quanto riguarda gli uomini, i più pericolosi alla guida sono stati i giovani (18/24 anni) mentre, per le donne, bisogna temere le quarantenni al volante. Il divario tra i sessi aumenta ancor più se si analizza il dato dei fermati per guida in stato d’ebbrezza: 32 sono stati gli uomini, solo 4 le donne. Alla guida sono l’effetto di stupefacenti sono stati beccati in 8, tutti maschi.

Le vie più pericolose. Il maggior numero di incidenti si sono verificati nelle vie più trafficate, ma anche dove è possibile procedere a maggior velocità. Vince la triste classifica viale Marconi (46),  seguito dall’Asse mediano (40), da Is Mirrionis (38) e da viale Diaz (34). La tipologia di incidente più frequenti è lo scontro frontali e laterale (492), ma quasi 100 sono stati gli investimenti di pedoni.

Le violazioni. Il maggior numero di violazioni del Codice della strada, ben 291, hanno riguardato omesso controllo del mezzo (art.141) e manovre spericolate: 139. Ma numerose sono state anche le multe per guida in stato d’ebbrezza e quelle legate alla crisi economica. Sono stati 41 i veicoli fermati che al controllo sono risultati sprovvisti di assicurazione.

Un dato positivo riguarda i guidatori diventati più attenti alla propria sicurezza: solo 3 automobilisti sono stati puniti per non aver indossato le cinture di sicurezza e 2 motociclisti per non aver indossato il casco.