Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le Variazioni Goldberg? Tutte da da danzare

Fonte: La Nuova Sardegna
10 novembre 2008

DOMENICA, 09 NOVEMBRE 2008

Pagina 39 - Cultura e Spettacoli



La musica di Bach nell’originale interpretazione della Compañía Nacional de Danza spagnola




ROBERTA SANNA

CAGLIARI. Grande danza con la musica di Johann Sebastian Bach per la Compañía Nacional de Danza spagnola, nella coreografia di Nacho Duato “Molteplicità. Forme del silenzio e del vuoto”, prodotta a Weimar nel 1999 e ora in Italia, in prima nazionale venerdì scorso - e in replica questa sera alle 17 - per la Stagione del Balletto 2008 del Teatro Lirico. Uno felice scambio tra pentagramma e schema coreografico che avviene in scena nel prologo. Dimo Kirilov, nelle vesti e parrucca di Bach dà inizio insieme al coreografo e danzatore spagnolo all’immersione nella musica del grande compositore e allo straordinario dialogo fra musica e movimento.
Dall’aria delle Variazioni Goldberg alle sonate e ai grandi concerti fino al capolavoro dell’Arte della fuga nella seconda parte del balletto, l’approccio contemporaneo di Duato propone una rappresentazione visiva che nel rispetto delle partiture, libera lo stile personale del coreografo formatosi nella compagnia del grande Jiri Kiliàn. Se da un lato vi sono accenni alla vita di Bach, ai suoi rapporti con la corte imperiale, la chiesa, la famiglia, è la danza pura, la sublimazione del movimento, ad essere protagonista. Ecco i danzatori che si sgranano come note sul rigo, che per mimesi diventano tasti del clavicembalo e del piano, solenni canne d’organo. O divengono strumenti. Il compositore/coreografo modella la sua arte sulla danzatrice-violoncello. L’archetto da l’impulso al movimento, stimola i muscoli degli arti, punta sullo slancio della gamba, lavora sul ventre e sugli avvitamenti del corpo. Oppure è un fioretto in mano ai ballerini in uno spettacolare duello. Grazie allo splendido ensamble di trenta membri creato da Duato per il corpo di ballo spagnolo, che con la sua direzione ha raggiunto la fama internazionale, lo spettacolo offre uno straordinario esempio di padronanza del movimento e di fluidità dinamica. Estremamente varia la prima parte, “Molteplicità”, passa dai ritmi della Polonaise a quelli del Largo, dall’Allegro al Minuetto, mescolando l’ironia del tutù maschile dei ballerini “ape”, al turbinare di lunghe gonne. Alterna la sensualità dei duetti all’energia dei gruppi nel levarsi delle braccia verso l’alto, nella torsione di busti mobilissimi, in un continuo e fluido modellarsi delle posture.
Sotto l’impulso drammatico della musica la rapida combinazione dei passi alterna nuovi schemi quasi visualizzando le leggi del contrappunto e dell’armonia. Elemento di ricerca esaltato soprattutto nella seconda parte del balletto, “Forme del vuoto e del silenzio”, nella quale domina l’Arte della fuga. La coreografia si fa più astratta, il movimento spezza le linee curve, i danzatori si dividono e ricompongono in continue concatenazioni di canoni e contrappunti. E insieme si percepiscono gli elementi spirituali più intensi e misteriosi delle grandi pagine bachiane. Una danza “concertante” immersa in un “continuum” temporale che, infine, rappresenta in scena, con la caduta di un lungo nastro rotante e l’immobilità dei danzatori, la morte del compositore. Un silenzioso fermo-immagine che dura pochi attimi, e che il ritorno in scena di Duato rimette in movimento e in musica. La lenta processione dei danzatori lungo le pedane che salgono sull’impalcatura scenografica è attraversata da un brivido. Quello di una musica immortale che riprende la sua fuga, all’infinito. Dopo la pausa di domani le rappresentazioni riprendono martedì sino a venerdì prossimo, con inizio alle ore 20.30.