Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cappelle dimenticate all'asta

Fonte: L'Unione Sarda
25 gennaio 2013


BONARIA. Il Comune, dopo tre anni, ora passa alla fase di attuazione del progetto
 

L'assessore: bando dopo le scelte della Sovrintendenza
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Il mercato non dovrebbe mancare: quando nel 2008 l'ex assessore Anselmo Piras annunciò per la prima volta di voler mettere all'asta le cappelle private del camposanto di Bonaria, raccontò di avere sul tavolo una cinquantina di richieste d'acquisto. Ora l'assessore agli Affari generali Paola Piras, che ha ereditato la delega ai cimiteri, è intenzionata a trasformare in realtà quella che cinque anni fa era poco più un'intenzione. «Prepareremo il bando appena possibile», spiega il vicesindaco. «Siamo in attesa di ricevere le prescrizioni della Sovrintendenza, in modo da poter capire che tipo di intervento si possa portare a termine nelle tombe di famiglia».
 

MANUTENZIONE E già, perché molte delle strutture del cimitero hanno - da tempo - bisogno di manutenzione. Una volta raccolte le indicazioni dei Beni architettonici si deciderà se ristrutturare le cappelle prima di metterle all'asta o se lasciare quest'onere ai privati. Quante tombe potrebbero essere cedute? «Almeno otto», dice l'esponente della Giunta Zedda. «Anche se ora è molto prematuro parlare di numeri e delle modalità di vendita. Il progetto è ancora in una fase più che embrionale». Impossibile avere quotazioni ufficiali. Ma nel 2008 si parlò di una base d'asta di circa 500 mila euro. Un investimento imponente per avere il privilegio di essere seppelliti vicino a Ottone Bacaredda, Pietro Martini, Giovanni Marghinotti e il canonico Giovanni Spano. E in mezzo ai cognomi importanti di Cagliari: Asquer, Vivanet, De Candia. La procedura iniziata nel 2007 riguardava quindici tombe di famiglia, su cui venne affisso un avviso di «decadenza a seguito del riscontrato stato di abbandono» .
 

OBBLIGHI Un vincolo da rispettare potrebbe essere quello del mantenimento del nome della famiglia ospitata in precedenza nelle cappelle. Sull'ingresso comparirebbero quindi sia il nome dei precedenti proprietari delle tombe, sia quello dei futuri acquirenti. Potrebbe non essere l'unico obbligo. Bonaria è un cimitero monumentale e per intervenire sulle cappelle è necessario il via libera da parte della Sovrintendenza, che seguirebbe passo per passo i lavori. I resti dei vecchi proprietari verrebbero raggruppati in un "colombario" comune. Probabilmente nei loculi scavati sotto ogni cappella.
 

LA DOMANDA Le richieste per questo tipo di affari non mancano: c'è chi è disposto a pagare centinaia di migliaia di euro per aggiudicarsi una posto al sole nel cimitero storico della città. Altri Comuni hanno seguito la stessa strada. A Roma sono state vendute diverse cappelle del Verano. La più redditizia per l'amministrazione della Capitale è stata una tomba messa all'asta per 150mila euro, che ha finito per fruttarne circa 900mila. Anche a Bergamo il progetto è stato redditizio, pur registrando cifre più modeste.
 

RIQUALIFICAZIONE I soldi raccolti potrebbero servire alla riqualificazione del camposanto di Bonaria, che nel frattempo cade a pezzi. Lapidi spezzate, statue prese di mira dai vandali negli scorsi anni, tombe aperte e, fino a poco tempo fa, addirittura qualche scheletro a vista. Una proposta alternativa per la ristrutturazione, a dire il vero, c'era. Ma venne bloccata nei primi anni Duemila. Un project financing elaborato da un privato, che avrebbe ristrutturato a proprie spese il cimitero (investendo circa 23 milioni di euro), per poi costruire altri seimila loculi. Da vendere a prezzo di mercato, alimentando in questa maniera il business delle tombe di lusso.
Michele Ruffi