I MUSULMANI. Parla il portavoce della comunità El Hoda
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Da quando è portavoce dell'associazione El Hoda, che raggruppa la comunità islamica cittadina, Sulaiman Hijazi si è dato una missione: realizzare un luogo di culto musulmano degno di tal nome. «Il mio obiettivo è costruire una moschea», ribadisce con convinzione. Per questo, quando è venuto a conoscenza del contenzioso sui terreni di Monreale tra l'imprenditore Antonello Fozzi, che voleva donarli ai musulmani, e il Comune, che invece ne reclama la proprietà, non si è demoralizzato. «Non so come andrà a finire, comunque stiamo cercando altre soluzioni», spiega.
Tra queste ci sarebbero tre edifici e un terreno. Le costruzioni sono tutte nel centro: due alla Marina e uno nei pressi di piazza Garibaldi, mentre il terreno sarebbe situato nell'immediata periferia cagliaritana, in ogni caso facilmente raggiungibile per i tanti fedeli che arrivano in città per pregare. «Stiamo accelerando. L'Oman ci ha detto di procedere con calma, e i tempi si stanno dilatando», sottolinea Hijazi facendo riferimento all'offerta di aiutare i musulmani cagliaritani fatta dal sultano dell'Oman quest'estate, quando è venuto in visita in città. «Voglio ribadire», continua il portavoce, «che noi dal Comune non vogliamo nemmeno un euro, ma solo che risolva il problema di via del Collegio». Là c'è un piccolo locale dove ogni venerdì i musulmani si riuniscono per la preghiera del venerdì, invadendo la strada fino a Sant'Eulalia. Perché in ogni caso per creare una moschea ci vorrà un po', mentre il problema della Marina «va risolto nel più breve tempo possibile».
Il futuro edificio di culto dovrebbe contenere anche una scuola, «dove insegnare l'arabo ai bambini immigrati di seconda generazione e ai cagliaritani», una biblioteca, e una macelleria halal, dove la carne è macellata secondo i precetti del Corano. (m.g.)