STAMPACE. Fallita la vendita all'asta, lo stabile del Corso sarà ristrutturato
Il castello “sorcesco” diventerà un centro servizi
E pensare che quei 485 metri quadri in pieno centro storico, nel cuore di corso Vittorio Emanuele, sono stati messi all'asta nemmeno due anni fa. Il Comune voleva liberarsi di quello che gli abitanti di Stampace hanno ribattezzato il “Castello sorcesco” - non serve molta immaginazione per capire il perché -, vecchio palazzo diroccato all'angolo con via Maddalena che nell'ultimo decennio è stato un ricovero per barboni e tana per molte varietà di animali. L'asta però non si concluse (il prezzo di partenza era di 402mila euro) e ora l'amministrazione ha cambiato idea: l'edificio verrà ristrutturato e una parte diventerà probabilmente un centro servizi per i percorsi museali della città.
L'ASSESSORE «Il suo futuro verrà deciso insieme alla Regione», avverte l'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras, che insieme all'assessore alla Cultura Enrica Puggioni sta portando avanti il progetto di recupero. Di sicuro il cambio di rotta è netto: il palazzo non sarà più venduto, ma rimarrà a far parte del patrimonio comunale. Per trovare i fondi necessari a finanziare la ricostruzione si cercherà un'intesa con l'amministrazione di viale Trento, anche se la proposta del Municipio è già abbastanza chiara: l'edificio storico sarà destinato alle attività culturali e in particolare ai percorsi d'interesse che si sviluppano nelle vicinanze. Villa di Tigellio, Orto botanico, Orto dei cappuccini, Anfiteatro romano.
L'IDEA «Il piano terra potrebbe essere destinato ad accogliere un centro servizi per i percorsi museali, vista la sua posizione strategica», spiega l'assessore Puggioni. «Abbiamo presentato delle schede, nei prossimi mesi discuteremo con la Regione sull'utilizzo complessivo dell'edificio». Insomma sotto questo aspetto tutto è ancora da decidere, compresa la destinazione degli altri due piani dell'immobile, attualmente circondato da transenne e impalcature.
IL CONTENZIOSO Il palazzo è stato anche al centro di un lungo contenzioso tra il Comune e l'impresa che vinse nei primi anni Novanta l'appalto per la ristrutturazione. Appalto che però venne congelato proprio per la causa in tribunale tra il Municipio e i vincitori della gara. Così è stato occupato da senzatetto, incendiato più di una volta, fino a diventare uno scandalo agli occhi degli abitanti del Corso e non solo.
L'ASTA FALLITA A maggio del 2011 l'amministrazione Floris mise in vendita l'edificio insieme ad altri nove immobili di proprietà comunale. Ma senza esito. Vennero messi all'asta alcuni appartamenti in via Sonnino, largo Carlo Felice, via Angioy, via San Giovanni, vico Sulis, via Alghero, via Reni e via Martini, oltre al rudere di via Baylle che, rimasto nel patrimonio municipale, dovrebbe avere un destino simile a quello del Corso. Grazie alle alienazioni il Comune ricavò circa un milione e duecentomila euro.
Michele Ruffi