Rassegna Stampa

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Padri separati, il nuovo dramma a Cagliari: "Non ho un letto dove dormire"

Fonte: web Castedduonline.it
21 gennaio 2013

La storia


 


di Marta Milia| Sabato 19 Gennaio 2013 | 11:45"

I piccoli appartamenti per i padri separati e disoccupati ultracinquantenni? Si potrebbero realizzare monolocali per i disagiati e con meno spesa". Questa la proposta di Pietro Meloni, un padre separato che racconta alla redazione la sua storia tra disagi e mille difficoltà e si appella al comune di Cagliari con una lettera inviata all'assessore alle Politiche Sociali Susanna Orrù. La schiera dei padri e dei mariti separati, con problemi economici e con grosse difficoltà per il mantenimento dei figli e di'un'abitazione, è diventata negli ultimi anni una vera e propria emergenza sociale, specialmente nel capoluogo, alla quale però le istituzioni prestano ancora poca attenzione."Ho lavorato per vent'anni presso un sindacato- ci racconta Pietro- che nonostante i miei numerosi solleciti  nel corso degli anni non volevano rinnovarci il contratto sino al 2008. Dunque mi sono rivolto all'ispettorato del lavoro che lo ha obbligato al rinnovo. Io ero già licenziato dal 2005, dopo aver chiesto una riunione tra il Presidente ed i dipendenti tranne il Direttore ( carnefice ): in quell'occasione illustrai la situazione riguardo all'atteggiamento del Direttore, che si comportava in modo scorretto e prepotente. Il tutto all'oscuro del Direttivo,ma nonostante ciò il Presidente lo difese a spada tratta. Dal giorno cominciò il mobbing, con azioni indescrivibili. Negli ultimi sei anni mi sono assentato spesso a causa di una depressione che mi ha procurato un'invalidità al 50% con tre perizie che confermavano il mio disagio lavorativo. Ad oggi mi ritrovo da quattro anni disoccupato e con i miei 55 anni ho molta difficoltà a trovare lavoro,e, come se non bastasse ho perso anche la famiglia. Ora mi trovo ospite sgradito e in una situazione che non mi aiuta per la mia serenità e guarigione. Da tre anni dormo per terra, dentro un sacco a pelo, senza un letto. Chiedo solo un'abitazione per riavere la mia dignità, almeno sino alla fine delle cause che da quattro anni sto combattendo contro il sindacato per mobbing e contro l' I.N.A.I.L. Credetemi, non ho più voglia di combattere e vedermi umiliato anche per via della mia invalidità, perché oltre al disturbo della mancanza di appetito, urlo nel sonno nonostante siano passati quattro anni dal licenziamento. Ecco perché chiederei alle istituzioni di darmi una mano per uscire da questa precaria e insopportabile situazione. Mi auguro che abbiate preso con seria attenzione la mia vicissitudine anche se incredibile". L'appello di questo padre disperato è il simbolo di tutta la schiera di uomini separati sempre più in difficoltà in questo periodi di crisi, che devono pensare al mantenimento dei figli e  a una nuova sistemazione, con tutte le difficoltà economiche e anche sociali che questa situazione comporta. La sua proposta potrebbe risolvere la vita a tantissimi che oltre ad aver perso la famiglia, a vivere separati dall'affetto dei figli, hanno anche perso la possibilità di poter andare avanti con dignità.