Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ruspe anche sull’Emerson «Baretti abusivi dal 1987»

Fonte: La Nuova Sardegna
10 gennaio 2013

 

Davanti al tribunale la ricostruzione tecnica della vicenda legata alle demolizioni «Il Poetto è zona H a conservazione integrale, nessuna possibilità di sanatoria»






di Mauro Lissia

CAGLIARI. Andrà giù anche l’Emerson, il colossale «chioschetto» abusivo che grazie a errori formali, rilevati dal Tar, è rimasto in piedi malgrado sia fuorilegge. L’ordinanza di demolizione del servizio edilizia privata è stata notificata ieri, l’ha comunicato il funzionario tecnico Salvatore Farci, chiamato dal pm Gaetano Porcu a riferire in tribunale sui passaggi che hanno condotto alla deregulation del litorale. Al netto dalle stupidaggini diffuse in questi giorni, l’Emerson è stato costruito nel 2006 grazie a una concessione illegittima perché violava il piano paesaggistico regionale e perché a beneficiare di una concessione edilizia può essere solo una struttura fissa. Ma sulla spiaggia del Poetto, indicata nel piano urbanistico come zona H a conservazione integrale, potrebbero essere realizzate solo costruzioni stagionali e amovibili. Potrebbero, perché in realtà i 63 mila metri cubi degli stabilimenti superano già l’indice massimo consentito dal Puc, pari ad appena 415 metri cubi sull’intero arenile. Chi oggi si straccia le vesti per difendere i diciassette titolari dei chioschi sotto processo per violazioni urbanistiche e paesaggistiche, oltre che per abuso edilizio e occupazione illegale di suolo pubblico in area demaniale, dovrebbe sapere che - come Farci ha spiegato al presidente Massimo Poddighe nel corso dell’udienza di ieri - i venti chioschi tanto rimpianti dai cagliaritani erano stati costruiti in base a un’autorizzazione provvisoria rilasciata nel 1987 che scadeva a ottobre di quello stesso anno. Nei ventiquattro anni successivi, fino alla demolizione dell’estate scorsa, le strutture già fuorilegge sono state allargate fino a cinque volte, attrezzate abusivamente con basamenti di cemento, lastre di cristallo e altri manufatti illegali. Non è mai esistita e non esiste oggi alcuna possibilità di regolarizzarli e tutti i titolari sapevano benissimo che ad ottobre avrebbero dovuto smontare i baretti provvisori allestiti al posto dei vecchi.

L’esame di Farci è cominciato poco dopo le 14 ed è andato avanti per un’ora: il funzionario ha risposto con precisione a tutte le domande del pm Porcu. Il primo accertamento sui chioschetti - ha spiegato Farci - è stato eseguito nel 2009, quando la Procura ha messo gli occhi sul litorale del Poetto. Ed è emersa la realtà: «Nessuno tra i titolari delle strutture - ha spiegato il funzionario - era in possesso del titolo abilitativo, tutte le strutture violavano il Ppr». Come se non bastasse i chioschi si trovavano in zona H «dove non era consentita alcuna nuova volumetria». L’ordinanza di demolizione firmata dal servizio edilizia privata è stata dunque un atto cui il dirigente comunale non poteva sottrarsi. La battaglia legale e quella sui canali politici sono partite in quella primavera del 2009, con l’amministrazione Floris impegnata a cercare uno stratagemma per salvare gli abusivi e garantire loro la “copertura” dalla stagione estiva. Più che uno stratagemma il Comune realizzò un autogol quando il sindaco Floris firmò un’ordinanza che bloccava l’ordinanza di demolizione: i rottami dei chioschi abbattuti durante l’estate avrebbero minacciato la salute dei bagnanti. Per il contenuto di quell’atto il pm Porcu ha chiesto il rinvio a giudizio di Floris e del segretario generale Cadau, accusandoli di falso e abuso d’ufficio. Ecco perché l’attuale assessore all’urbanistica Paolo Frau e lo stesso sindaco Massimo Zedda hanno opportunamente evitato qualsiasi iniziativa analoga di salvataggio, compresa quella suggerita con singolare sprezzo del pericolo (altrui) dal governatore Ugo Cappellacci. Ma torniamo al passato, a quell’aprile 2011 quando si arriva alle demolizioni degli abusi. Alcuni chioschi restano in piedi - come l’Emerson e l’Iguana - ma solo per ragioni formali: «Il Tar, nel bloccare le ordinanze – ha spiegato Farci - non è mai entrato nel merito della questione». Come dire: nessuno ha mai messo in discussione il fatto che i chioschi fossero tutti abusivi e da demolire. Il futuro del litorale è ora scritto nel Pul («è in fase di pubblicazione» ha spiegato Farci) in base al quale verranno messe a gara le concessioni stagionali.Il processo va avanti il 6 febbraio con la requisitoria del pm.