Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sui passi di Pina, sulla scena con Tadeusz

Fonte: L'Unione Sarda
19 dicembre 2012


A Cagliari quattro giorni nel segno artistico della Bausch e di Kantor
 

Dal 2 gennaio “L'arte del vivere in viaggio”
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C'è un filo rosso che lega Pina Bausch a Tadeusz Kantor, ed è quello dell'invenzione.
Nel campo della danza e del teatro, sono stati artefici di una nuova visione : uno sguardo che continuamente andava alla ricerca di nuovi campi d'azione da cui assorbire energie e suggestioni. Alla rivoluzionaria coreografa tedesca e al grande drammaturgo e artista visivo polacco, Carovana S.M.I dedica, con il supporto dello Stabile di Sardegna e di Indisciplinarte, quattro intense giornate in programma a Cagliari dal 2 al 5 gennaio al Teatro Massimo e al Ghetto degli Ebrei, racchiuse col titolo “L'arte del vivere in viaggio”, nella rassegna “Mare di danza”. Spettacoli, workshop, dibattiti, proiezioni di film, per celebrare due tra le più importanti figure nell'arte del Novecento. «Il progetto riproduce l'intreccio tra ricerca e formazione artistica che Carovana ha nel proprio dna» precisa Ornella D'Agostino, direttore artistico della manifestazione: «Un progetto pensato non solo per trasmettere i segreti di quel modo di fare danza e teatro, ma anche per aprire una finestra sulla scena contemporanea della nostra Isola».
Per questo il primo appuntamento previsto al Ghetto è dedicato alle performance di quanti prenderanno parte al seminari di teatro e danza tenuti da Bogdan Renczynski, compagno di viaggio di Kantor, e Marigia Maggipinto, danzatrice che per più di dieci anni ha fatto parte della compagnia della maestra di Wuppertal, ballando in quattordici differenti coreografie, e prendendo parte alla creazione di lavori come “Tanzabend II”, “Schiff”, “Trauerspiel”, “Danzon” e “Fensterputzer”. Il 3, al MiniMax, l'attenzione del pubblico verrà rivolta al solo di Mark Sieczkarek, tra i danzatori storici della Bausch, che nel tempo ha sviluppato un proprio linguaggio.
«Una domande che affiora in questa rassegna investe l'eredità che Kantor e Bausch hanno lasciato ai propri artisti» aggiunge Ornella D'Agostino: «Incontrare chi ha lavorato con queste due icone, sentire il racconto delle loro esperienze, significa capire come si elabora quella eredità. Inoltre, chiedere di guardare che cosa succede da noi è un modo di ricordare alla Sardegna che bisogna investire sulla produzione locale e non solo sull'importazione. È un processo lungo, a cui però non dobbiamo smettere di dare corso». Oltre all'incontro con Maggipinto, Bogdan e Sieczkarek, ci sarà quello con Anna Krolica, critica di danza, storica e teorica, con uno studio comparativo tra l'opera di Kantor e quella della Bausch, e la proiezione del film “La classe morta”, firmato da Andzrej Wajda, tratto dall'omonimo spettacolo del drammaturgo che il pubblico sardo conobbe da vicino negli anni Ottanta grazie al regista Pierfranco Zappareddu.
Carlo Argiolas