Rassegna Stampa

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Tuvixeddu, la Masoero attacca il Comune: “Parco con un ingresso solo, con noi erano 10”

Fonte: web cagliaripad.it
13 dicembre 2012


Regione
12 Dicembre 2012 ore 18:54

L’architetto autore del vecchio progetto per la necropoli scrive a Cagliari Pad e critica il nuovo piano: “molto ridotto, senza fontanelle, fioriere, panchine e giochi bimbi. E poi. Non era stato criticato perché aveva pochi accessi”?
redazione cagliaripad
 

 

Eliana Masoero è l’architetto che ha redatto, per conto della società Coimpresa, il progetto del parco archeologico e urbano a Tuvixeddu. Scrive a Cagliari Pad per replicare ad alcune dichiarazioni rilasciate pubblicamente dall’assessore ai Lavori pubblici Luisanna Marras (http://www.youtube.com/watch?v=ipfC2sp6xTU). Attacca duramente il nuovo progetto voluto dal Comune e svela qualche retroscena su alcuni colloqui avuti con Renato Soru

 

Dopo 6 anni di blocco dei lavori 1 ingresso anziché 10. Ma una delle accuse principali non era stata che fosse un parco chiuso alla città?
Ci sono voluti 6 anni per ammettere che le connessioni alla città erano molte e che quindi non era proprio un giardinetto condominiale.
Quanti ce ne vorranno per far capire che la complessità della situazione e del progetto non permette di affrontare la questione con il "mi piace-non mi piace", "bello-brutto".
La complessità è uno degli aspetti fondamentali della questione. Complessità derivante dalla sovrapposizione di componenti ambientali, paesaggistiche, di memoria  storica e patrimonio dell'umanità, di struttura urbana e questioni fondiarie, di problemi di finanziamento e di sicurezza, di studio e conservazione, di attrazione, accoglienza e visitabilità, di problemi di gestione e manutenzione, complessità che non può essere ridotta alle categorie soggettive di bello e brutto.

L'interesse pubblico non può essere soggetto al "mi piace o non mi piace" del politico di turno. Gli obiettivi devono rispondere ai bisogni profondi della comunità ed essere inseriti in un disegno strategico di miglioramento a lungo termine, che si deve realizzare per piccoli interventi locali (quelli che di solito danno poca visibilità e non portano voti, come la manutenzione ordinaria delle nostre città) generatori di socialità, e grandi interventi talvolta necessari quando le città ereditano situazioni di rilevante complessità.

Potrei raccontarvi una surreale conversazione con Renato Soru iniziata con una serie di "non sapevo ...., non sapevo che lei fosse così appassionata, non sapevo che conoscesse così bene Cagliari,...." e conclusasi con  "comunque lei avrà avuto in mente un bel progetto ma io ne avevo in mente uno ancora più bello". Come i bambini. Il che molto spiega sulla vera natura della disputa.


Risposte a quella complessità le abbiamo cercate anche visitando i parchi archeologici in Sardegna e in Italia, in Grecia e in Turchia, in Germania in Inghilterra e in Spagna (dove molte sono le tracce degli stessi punici). Tutti sono accomunati dagli stessi problemi di tutela, fruizione, controllo e manutenzione, e abbiamo visto ogni sorta di recinzione, di passerelle, di tettoie di protezione, illuminazione, cartellonistica. E si capisce bene quanto siano fattori importanti e necessari, dipendenti dalle risorse economiche e dalla progettazione, ma quanto alla fine è importante che le aree siano visitabili e protette. Accessibili allo studioso, al turista straniero, al disabile e alla scolaresca, facili da gestire ma anche facili da capire per chi studioso non è. E alla fine di ogni visita, con il nostro taccuino pieno di schizzi e di appunti, mettevamo da parte critiche o disagi, per mantenere i ricordo di quello scavo o di quel reperto che ci aveva colpito e spesso commosso. Non solo. Anche i parchi di archeologia industriale più avanzati d'Europa sono stati visitati e studiati. E anche i parchi spagnoli in aree di cava molto simili a Tuvix. E i nuovi parchi urbani francesi.


Ma torniamo all'interesse pubblico. Si chiedeva allora ai cittadini: “Volete il parco, o le case sulle tombe”?  Chiunque abbia avuto voglia di visitare le aree tutelate sa bene che da lì le nuove costruzioni non si sarebbero viste, e chi ha visitato le aree edificabili cercando le tombe, è rimasto profondamente deluso. Parlo ovviamente del progetto tanto discusso di Coimpresa, perché durante i più di dieci anni di studio, progetti e tanti ostacoli che hanno portato all'accordo di programma, la città intorno ha continuato a cambiare e a crescere senza intoppi (da Tiscali, a Santa Gilla...).


Ora con la stessa demagogia, proviamo a chiedere ai cittadini: "Meglio un parco archeologico naturalistico urbano di 20 ettari purtroppo con 10 ingressi, fioriere, giochi bimbi, e fontanelle, panchine, cartellonistica didattica, museo archivio e laboratorio di restauro, completamente coperto da finanziamenti e completato a fine 2007, ulteriormente ampliabile su S'Avendrace e Colle dei Punici (progetti Pit del 2006), o preferite un parco archeologico molto ridotto, senza fontanelle, fioriere, panchine e giochi bimbi, con un solo ingresso da via Falzarego, con costi aggiuntivi per ripulire dai detriti recenti le tombe già portate alla luce dagli scavi degli anni passati, senza i soldi necessari per completarlo e con la perdita dei finanziamenti previsti, pronto nel 2013 (forse), su aree che potrebbero ritornare di proprietà privata se salta l'accordo di programma?

Sarebbero molte le osservazioni da fare alle parole dell'assessore Luisanna Marras, e non solo sui contenuti. Non potendo non rilevare questioni di legittimità, controllo e autorizzazioni nell'operato del Comune che sta procedendo al cambiamento del progetto esecutivo, mi riservo di affrontarle in altra sede. Ma chi sta valutando la compatibilità degli interventi in atto?

Nel frattempo auspico molta pazienza, la stessa che ho avuto nel corso di tanti anni per dialogare con Soprintendenza, Regione, Comune, commissioni varie, e auspico volontà e capacità di comprensione profonda. A proposito del Ppr. Ma i nostri prodi paladini difensori dell'ambiente erano forse distratti durante la trasformazione della Maddalena? Sorvolo, per ora, sulle contraddizioni di chi si è via via esibito nella critica e in pretestuosi attacchi al progetto. Volendo escludere la malafede.