Rassegna Stampa

web cagliaripad.it

Multipiano, ambientalisti divisi. Scontro tra Zedda, Wwf e Italia Nostra

Fonte: web cagliaripad.it
5 dicembre 2012

 
Cagliari

4 Dicembre 2012 ore 08:50

Parco o parcheggio sotto le mura? Il nuovo progetto dell’amministrazione (14 milioni di euro, uno dei più impegnativi sotto il profilo finanziario) divide il mondo ecologista

Ennio Neri,
ennio.neri@cagliaripad.it
 

Parco o parcheggio sotto le mura? Il nuovo progetto dell’amministrazione (14 milioni di euro, uno dei più impegnativi sotto il profilo finanziario) divide il mondo ecologista: sì di Legambiente e Amici di Sardegna e no di Wwf e Italia Nostra. E’ quanto emerso dal faccia a faccia che si è svolto la settimana scorsa a a palazzo Bacaredda tra il primo cittadino, gli assessori (Frau, Marras, Puggioni e Coni), i dirigenti dell’assessorato ai Lavori pubblici (Mossa e Mulliri) e i rappresentanti delle associazioni ecologiste.

Un incontro durato 4 ore nel corso del quale c’è stato anche qualche momento di tensione tra Zedda e Antonello Secci e Maria Paola Morittu, rispettivamente presidente del Wwf e rappresentanti di Italia Nostra. Tutti sono d’accordo sul fatto che il progetto sia notevolmente migliorato rispetto alla versione di Floris (quella dei tapis roulant e delle scale mobili), ma le ultime due associazioni nutrono ancora dubbi sul progetto.

Duro il commento della Morittu. “Chiamarlo parco è una presa per i fondelli”, spiega l’esponente di Italia Nostra, “è solo il tetto di un parcheggio, un parco senza alberi, impraticabile non solo ad agosto ma da aprile a novembre. Ma appena mi son permessa di farlo notare ho scatenato la reazione del primo cittadino che è andato su tutte le furie. Noi”, spiega, “condividiamo tutti gli interventi di questa Giunta in tema di mobilità (la metro, i fast parking), ma questo proprio no. Ce l’hanno presentato come “parcheggio profumato”, ma io non porterei mai mio figlio in un parco dove scaricano le auto. In campagna elettorale anche il sindaco era d’accordo con noi”, conclude, “criticava il parcheggio interrato in via Cammino Nuovo e diceva che per collegare Castello con Stampace sarebbe stato sufficiente un bus elettrico”

Italia Nostra propone un intervento leggero: levare l’asfalto e mettere un manto più ecologico che valorizzi il calcare sottostante, aprire l’uscita pedonale verso via dei Genovesi e poi lasciare il parcheggio, ma aggiungendo qualche albero in più.

Aspetta dati più concreti il Gruppo di Intervento Giuridico, prima di prendere  posizione. “E' una cosa complessa”, Sspiega tefano Deliperi, “non riguarda il mero parcheggio e lo stesso parcheggio dev'essere inserito in un discorso più ampio sulla mobilità cittadina, altrimenti è un attrattore di traffico, come abbiamo detto molte volte”

D’accordo col progetto Roberto Copparoni di Amici di Sardegna. “Se Cagliari ha deciso di darsi questo assetto dobbiamo correre ai ripari. Ovvero fino a quando i cagliaritani non rinunceranno all'uso del mezzo privato nel centro storico dobbiamo se non eliminare, ma almeno nascondere le auto e liberare il maggior numero di spazi possibili”. E poi chiarisce: “Posto che il multipiano non dovrà avere alcun impatto visivo ed estetico in relazione alla bellissima cinta muraria del Bastione di Santa Croce credo”, aggiunge, “che i parcheggi sotterranei siano una praticabile soluzione anche perché offrirebbero la possibilità di utilizzare tutta l'area oggi utilizzata a parcheggi a verde pubblico con piena pedonabilità e fruizione”.

 

Lunedì Anonello Secci, Wwf, e Graziano Bullegas, presidente regionale di Italia Nostra hanno scritto a Zedda chiedendo di essere “individuate fra i soggetti interessati, in quanto portatrici di interessi pubblici, diffusi e collettivi e pertanto invitate a partecipare alla Conferenza di Servizi del 12 dicembre 2012 e eventuali successive Conferenze, convocate per il progetto di riqualificazione dell’area di via Cammino Nuovo a Cagliari e la realizzazione di un parcheggio seminterrato per 330 auto”. Facendo poi presente che “la mancata partecipazione delle Associazioni richiedenti alle conferenze, in assenza di motivato diniego, rappresenta motivo di illegittimità delle decisioni e dei conseguenti atti”.