Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Oggi pollo, domani anche

Fonte: L'Unione Sarda
4 dicembre 2012

ome cambiano le abitudini alimentari sotto l'incalzare della crisi economica
 

La spesa ai tempi dello spread, incassi in calo del 30%
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Sulle tavole dei cagliaritani è tutto una batter d'ali di pollo. Il filetto è un ricordo lontano. Al bando dolci e liquori, in dispensa c'è solo l'essenziale. La mannaia della crisi si abbatte sui carrelli della spesa: si accorciano gli scontrini, cambiano le abitudini alimentari. Nei supermercati l'istantanea è a tinte grigie. Tra le vie dello shopping il colore non cambia: le saracinesche si abbassano a velocità record, gli acquisti sono in calo del 30 per cento.
MEZZOGIORNO Ore 12, un normale lunedì, dentro uno dei tanti discount. I parcheggi sono pieni, le file alla cassa interminabili. È giorno di offerte, la gente ne approfitta. Depliant alla mano i clienti fanno lo slalom tra le corsie, snobbano il manzo, troppo caro, ripiegano su pollo e suino. In tempi di crisi trionfano discount e prodotti a basso costo. E pazienza se la scritta “Don Diego” sostituisce quella rossa tradizionale del caffè più famoso, quello che più lo mandi giù più ti tira su, 7 euro di differenza non sono un dettaglio trascurabile per le oculate massaie.
SARDINE Cagliari città di mare, ma il pesce sembra essere diventato un lusso per pochi. E se proprio dev'essere ci si accontenta pure delle sardine in scatola. È il momento d'oro dei legumi: lenticchie, fagioli, ceci in scatola riempiono i carrelli. «Sono l'alternativa economica alla carne», racconta una cassiera. I cagliaritani si trasformano in segugi del “3 x 2”: il fiuto è ormai allenato, si aggirano tra gli scaffali alla ricerca del prodotto scontato. E non stupisce che le vendite s'impennino nei giorni in cui partono le offerte. Ma anche il low cost risente della crisi, almeno al supermercato. Di carrelli straripanti non se ne vedono più, la maxi scorta fa parte del passato. Oggi si compra scontato, ma solo l'indispensabile.
RIBASSI Supermercati di marca contro discount, la grande distribuzione risponde con una raffica di ribassi. Nei primi gradini del podio olio di oliva, succhi di frutta e pasta, sono loro i padroni incontrastati della strategia di marketing. I prezzi sono galoppanti, gli stipendi non viaggiano alla stessa velocità. Il malessere è generale. Cagliari come ogni altra città. «La capacità di spesa è ridottissima. Lo dimostra lo scarso interesse per le vendite promozionali», spiega Giuseppe Scura, presidente provinciale di Confcommercio. La fascia altissima rimane, la media soccombe. «Difficile trovare un settore immune, chi sta peggio sono il mercato dell'auto e l'edilizia. L'abbigliamento soffre terribilmente da anni». Le vie dello shopping cambiano volto. «I negozi baluardo di famiglie vocate al commercio cedono il passo al monomarca e alle catene in franchising, la scelta più cauta per i commercianti». Ma nessun allarmismo, semmai un'opportunità. «Mi appello alla nuova imprenditoria, perché rifletta su cosa manca in queste strade e crei attività di servizi di cui ora sono prive».
CHIUSURE Scenario a tinte nere per Roberto Bolognese, presidente provinciale di Confesercenti. «Siamo arrivati a un punto di non ritorno. La situazione è drammatica, orami i commercianti non danno nemmeno più comunicazione di chiusura». Novembre è il quarto mese come importanza di incassi: i numeri sono negativi, meno 30-35 per cento di acquisti, ma le punte del 50 sono frequenti. «Anche chiudere è diventato un privilegio. Si cerca di stare a galla. E i debiti si sommano».
Sara Marci