Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La moschea o pregheremo in Comune»

Fonte: L'Unione Sarda
3 dicembre 2012


Protesta dei musulmani
 

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I cinquanta metri quadri in via del Collegio 33, sono pochi per accogliere gli oltre mille fedeli di Maometto presenti in città. Ce ne stanno al massimo ottanta, gli altri stanno fuori. Alla preghiera non rinunciano, stanno in strada, stendono i tappeti tra le auto, si tolgono le scarpe e rivolgono il capo alla Mecca.
Così capita che il venerdì, da mezzogiorno alle 14, la stradina stretta che attraversa la Marina si trasformi in una moschea a cielo aperto, con 16 nazionalità riunite per prestar fede ai dettami del Corano. Ieri i musulmani hanno pregato sotto la pioggia. Ma non hanno più intenzione di farlo. «Vogliamo uno spazio più grande - spiega Sulaiman Hijazi, da quattro anni responsabile della comunità musulmana -. Non stiamo chiedendo regali, siamo disposti a pagare l'affitto, basta che la situazione del venerdì venga risolta». Sul piatto anche le possibili soluzioni: «Il Ghetto degli Ebrei o l'area sotto la Regione - polemizza Sulaiman -, ma andrebbe bene qualsiasi spazio, purché possa ospitarci tutti. Abbiamo parlato tante volte con il sindaco, ci aveva promesso che avrebbe risolto la questione, ma non ha ancora fatto niente». E di parole non si accontentano più. «Se non si troverà una soluzione in tempi brevi faremo un sit-in sotto il Comune, pregheremo lì. Se sei sindaco devi guardare tutto, non sentirti responsabile solo dei cagliaritani».
Sa. Ma.