Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dagli abbracci allo scontro Esposto di Bersani contro Renzi

Fonte: L'Unione Sarda
30 novembre 2012


PRIMARIE PD. Bagarre per un'inserzione. Zedda: scelgo il segretario


Pier Luigi Bersani, alla fine di una giornata incandescente a colpi di esposti e accuse incrociate, garantisce che ricorsi e polemiche non fermeranno le primarie di domenica. Ma la pubblicità a pagamento su otto quotidiani e il “mail bombing”, avviato dai comitati del sindaco per chiamare la gente al ballottaggio, rompe il clima di fair play che ha segnato quasi due mesi di campagna e rischia di trasformare in un caos la sfida per la premiership tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.
Neanche otto ore dopo il confronto tv tra i due duellanti, conclusosi con un abbraccio tra il segretario Pd ed il sindaco di Firenze, la tensione si fa altissima. Contro la pubblicità sui giornali, Bersani, Vendola, Puppato e Tabacci presentano un esposto ai garanti nazionali.
LO SCONTRO SULLE REGOLE E il timore è che gli ultimi due giorni prima del voto siano segnati dallo scontro sulle regole più che sul confronto tra programmi diversi. Matteo Renzi, sin dal mattino, difende il “mail bombing”, l'invio di centinaia di richieste in serie ai comitati per votare che porterà dall'ora di pranzo a bloccare ogni iscrizione. «Noi usiamo - spiega - gli strumenti della rete. Non vedo quale sia il problema di allargare la partecipazione. Se vanno a votare 200mila persone in più non è un male».
Non è casuale il numero che il sindaco indica per allargare la platea di domenica: sono esattamente i consensi che separano Renzi da Bersani al primo turno. E dai cinque candidati
ZEDDA PRO BERSANI Intanto, dopo l'endorsement di Vendola, il leader del Pd incassa anche quello del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, insieme ai colleghi di Milano Giuliano Pisapia e di Genova Marco Doria: tutti molto ascoltati nell'elettorato di sinistra. «Dopo i tempi berlusconiani della politica spettacolo - scrivono in una lettera - il candidato del centrosinistra dev'essere sobrio e concreto. Bersani ha qualità, esperienza e personalità per dare forza, identità e coerenza di governo al centrosinistra».
Ma nonostante questo Bersani non nasconde la forte irritazione per l'azione dei renziani. Perché le regole «sono state condivise da tutti e ora non si può dire a chi ha votato al primo turno: vi abbiamo preso in giro». E soprattutto perché l'accusa dei renziani, che liquidano il ricorso come «bulgaro e inconsistente» è che «la paura fa 90» e che il segretario chiuda i cancelli della registrazione per timore di essere sconfitto. «Anch'io - chiarisce Bersani - ricevo richieste per votare domenica e se dicessi liberi tutti, non avrei alcun timore. Ma per troppi anni abbiamo visto regole cambiate in corso d'opera e non si può accettare».
LA DIFESA DI RENZI Renzi non molla la presa. «Non meritiamo gli attacchi - si difende - nessuno ha cambiato le regole in corso, il Pd dovrà andare tra tre mesi dagli elettori che oggi sta cacciando, stiamo superando la soglia del ridicolo».
Dietro le regole e la chiamata al voto, il sindaco in realtà sottende la sua vocazione maggioritaria, ovvero che più delle alleanze lui potrebbe portare il Pd da solo al 44 per cento, puntando sugli elettori in fuga dal centrodestra. Per il sindaco «Vendola e Bersani sono d'accordo dal primo giorno perché fanno parte di quegli apparati che stiamo tentando di combattere». E così Casini: «Il mio incubo è l'inciucio con lui. Bersani ha in mente una sorta di conquista dei voti moderati in franchising».
BERSANI SERENO Accuse che non sembrano turbare affatto Bersani, che negli ultimi giorni punta a recuperare voti proprio nelle regioni dove il Rottamatore è andato forte: come in Toscana, Umbria e Piemonte. Le alleanze, per il segretario Pd, restano le stesse, così come la sua impostazione di sinistra e liberale. Che sembra, a suo avviso, difettare al sindaco, che «si discosta dal baricentro necessario tra cultura di sinistra e cultura liberale».
Cristina Ferrulli