Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Paesaggi urbani feriti e fragili speranze chiusi nel Land(e)scape

Fonte: L'Unione Sarda
21 novembre 2012


Cagliari, tredicesima edizione di “Stanze” a S. Michele


Un orizzonte rugginoso divide le due parti del grande quadro su cui Simone Dulcis riversa, non da oggi, la sua visione del cielo e della vita. Ma proprio là dove maggiore è l'oscurità, dice l'autore, si raccoglie la maggiore porzione di luce. Lui usa il bitume e secchi di diluente per materializzare paesaggi urbani che ben si inseriscono nel tema proposto della tredicesima edizione di “Stanze”, collaudato progetto di Wanda Nazzari curato quest'anno da Efisio Carbone. “Land(e)scape”, visibile sino al 16 dicembre al Castello di San Michele a Cagliari, propone una riflessione sulla natura e sulla sua fragilità e forse anche sulle sue vendette.
Eppure, ad aprire l'itinerario tra le mura del castello è la serenità dei bei dipinti di Rosanna D'Alessandro che ha ripreso in mano alcuni suoi vecchi lavori e ha dato loro i nomi delle stagioni. Accanto alle sue forme astratte ed evocative, le linee tondeggianti e gli aquiloni leggeri di Italo Medda, e, di fronte, le raffinate specie erbacee che Paola Dessy esperisce con ogni materiale e sempre pregevoli esiti. Verde e bianco, muschio e acqua in movimento nella notevole fotografia scattata da Stefano Grassi. Matrice, stampa su carta e stampa su plexiglas nel trittico inciso da Rosanna Rossi in toni apparentemente sfumati e in realtà decisi e netti.
Daniela Nobile lavora le sue tele con certosina dedizione attraverso il metodo, faticoso, del crossing. Ovvero una serie di incroci, di graffi, di affondi calibrati che molto sono assimilabili ai moduli della calcografia. Piuttosto spaesati appaiono in un simile contesto i dipinti di Rosetta Murru, nonché un ingrandimento fotografico degli stessi riportato su un grande pannello. A unire tutto e tutti, ogni intendimento e pensiero sul paesaggio che fugge o che muore, la composizione musicale di Alberto Picciau, un armonico mescolio di rumori di macchine e ruspe, di vento e di onde.
La serata di inaugurazione è stata aperta da una coreografia ideata da Luigia Frattaroli e interpretata da Roberta Cossu, Matteo Sedda e Matteo Tolve. Intanto, senza farsi distrarre da musica e commenti, Chiara Porcheddu, giovane vincitrice della scorsa edizione di “Imperfetto Futuro”, era intenta a un work in progress su un vasto foglio bianco. Disegnava una figura di donna. Di spalle.
“Stanze”, organizzato come sempre dal centro culturale Man Ray, ha avuto un contributo dalla Fondazione Banco di Sardegna e la collaborazione dell'assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari e di Camù. Per brindare al rinnovato appuntamento, i vini della Cantina Giuseppe Altea. Va festeggiata, infatti, un'intrapresa che nel tempo ha schierato i maggiori artisti del panorama creativo isolano. Abbandonata, causa la sparizione della vecchia sede, la formula installativa che dava davvero una “stanza” a ogni autore, la rassegna abita abitualmente per qualche settimana spazi istituzionali assai difformi per architettura e atmosfere.
Niente più sale, prato, vetri. Ma va ricordato, per misurare quanto l'effimero possa essere indimenticabile, un intervento di Wanda Nazzari nella torre di guardia del castello di San Michele: una distesa di terra scura e calda e un raggio di sole, dalla feritoia.
Alessandra Menesini